mercoledì 16 dicembre 2009



Tel Aviv e Gerusalemme, realtà contrapposte

Tel Aviv ha nell’anima lo spirito che fa muovere Israele, dove la sua gente ha voglia di creare, inventare, scoprire e vivere. E’ il cuore pulsante del paese, che non vuole stare fermo e non dorme mai.Proprio quest’anno ha festeggiato i suoi 100 anni, sebbene abbia in realtà alle spalle una storia di oltre cinquemila. Fondata nel 1909 da 66 famiglie, nel corso dell’ultimo secolo ha visto diventare le sue dune di sabbia una città di tutto rispetto, all’avanguardia, con università e cliniche mediche che non hanno nulla da invidiare ai migliori standard occidentali e con un’eccellente industria informatica.Ma ad un’ora di strada, circa 60 chilometri, si viene catapultati in un’altra dimensione. Si ha come la sensazione di essere arrivati in un altro paese.
Adagiata su dolci pendii a 800 m di altitudine, sorge Gerusalemme, ufficialmente la capitale dello stato di Israele, nei fatti città divisa tra territorio israeliano e territorio palestinese. Quì anche l’aria è diversa. Non più umida, ma frizzante, pura e tendente al mistico.
Per pochi luoghi al mondo si è combattuto e si combatte così tanto. Poche città sono state mai così contese. Invasioni, crociate, dominazioni si sono alternate nei secoli fino a sfociare da circa un secolo a questa parte in uno dei conflitti più sanguinosi della storia, quello che vede contrapposti israeliani e palestinesi.Eppure Gerusalemme significa “città della pace”. Perché questo lembo di terra da cui oggi dipendono in gran parte i destini del mondo è anche il luogo più sacro sulla Terra per le tre grandi religioni monoteiste. Per gli ebrei, la città è il simbolo stesso della patria ebraica; qui si trova il Muro del Pianto, ovvero ciò che resta del primo Tempio, distrutto nel 787 dal re Nabucodonosor che fece saccheggiare la città e deportare la popolazione a Babilonia.
Per i Cristiani questo è il luogo dove Gesù Cristo visse gli ultimi giorni della sua vita terrena, dove egli fu sepolto e dove risorse. Su quella che tradizionalmente è stata considerata la sua tomba, è sorto il Santuario del Santo Sepolcro. Per i musulmani, da qui il profeta Maometto ascese al cielo e sul sito esatto in cui, secondo il Corano, ciò accadde, fu costruita la splendida Moschea della Roccia, sormontata dalla celebre cupola dorata, scintillante simbolo di una città che non ha eguali al mondo.A volte, visitandola, ad un certo punto l’aria potrebbe rendersi troppo pesante all’interno delle Mura qual’ora il vostro cervello cominciasse a ragionare sulla reale situazione di questo luogo incredibile e sulla grande difficoltà di trovare una soluzione che vada bene a tutti.
Ma, uscendo dalla Porta dei Leoni, potete recarvi al cimitero ebraico. Da lì si gode una splendida vista di tutta Gerusalemme e la si può osservare a contemplare da lontano, con i ricordi dei suoni, delle voci e degli odori del suq che inebriamo la mente ma con la leggerezza di sapere di essere fuori da quelle mura che racchiudono un sanguinoso passato, un pesante presente ed un futuro incerto. 20.10.2009 http://www.ilreporter.com/
Una correzione a questo articolo:
Per quanto riguarda Gerusalemme, il muro del pianto è parte del muro che circondava il tempio, tempio che non fu distrutto da Nabuccodonosor, bensì essendo il secondo tempio, è stato eretto da Erode e fu distrutto nel 70 d.C. dai romani.
Inoltre sul luogo da cui secondo la tradizione musulmana Maometto volò in cielo c'è la Moschea di El-Aksa. La Moschea della roccia con la cupola d'oro fu eretta sulla roccia (il monte Moriah) dove si è verificato il sacrificio di Isacco-Ismaele (a seconda delle versioni) e non ha nulla a che fare con Maometto.

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