venerdì 15 gennaio 2010


Yael Hersonski
A Movie Unfinishes, la verità sul Ghetto di Varsavia

Non un film ispirato alla tragedia del ghetto di Varsavia, come Il Pianista di Roman Polanski, ma immagini di vita in presa diretta. Questo rappresenta il documentario A Movie Unfinished della giovane regista israeliana Yael Hersonski che verrà proiettato per la prima volta in esclusiva il 25 gennaio in occasione del Sundance Festival 2010. Un documentario che ha il merito di voler dipanare il groviglio e le molteplici false verità riguardanti l’operato del regime nazista, che in modo meticoloso ha tentato di documentare la vita del ghetto di Varsavia dissimulando totalmente la realtà in favore di una bieca propaganda. Il lavoro della Hersonski risulta ancora più cruciale all’indomani delle dichiarazioni del registra americano Oliver Stone che ha lavorato di recente a un film documentario sul Novecento per la tv via cavo Showtime. Un corso di storia in dieci ore sul periodo compreso tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale dal quale emergono in una luce del tutto nuova le figure di Adolf Hitler e Josip Stalin, il primo capro espiatorio di un disegno più ampio, il secondo considerato un eroe, entrambi vittime di una lettura convenzionale della storia.La nonna materna della Hersonski visse nel ghetto di Varsavia ed è forse lei la motivazione che ha spinto la regista a realizzare il documentario. Quando la nonna morì, Yael volle infatti riscoprire una parte della sua vita di cui non aveva mai avuto il coraggio di chiedere: “Anche se non l’ho trovata (nel filmato), solo il fatto di sapere che lei sarebbe potuta essere dall’altra parte della strada o due metri fuori dall’inquadratura, mi ha dato la forza per lavorare su immagini da un così alto impatto emotivo ”.Due mesi prima dell’operazione di riassetto del ghetto di Varsavia, avvenuta tra il luglio e il settembre del 1942 con la conseguente deportazione di più di 300 mila persone mandate a morire nel campo di concentramento di Treblinka, Goebbel, ministro della propaganda, decise di inviare un team di operatori e tecnici affinché girassero un documentario propagandistico che sostenesse la causa antisemita e il merito dell’operazione. La miseria per le strade in contrasto con l’orribile teatrino inscenato dai nazisti: scene di banchetti e balli, anziani ebrei con i vestiti della festa e la barba alla Vandyke e giovani signorine pesantemente truccate, il tutto ben orchestrato e coadiuvato da centinaia di attori ariani assunti per i ruoli chiave. La realtà che traspare dietro la menzogna, è la coercizione dei fucili puntati, dei corpi ignorati e abbandonati per le strade.A Film Unfinished si occupa di ricostruire quei giorni di riprese a partire dalle testimonianze dei sopravvissuti, quattro uomini e una donna, dalla testimonianza di uno dei cameraman e dai diari degli ebrei del ghetto, nascosti sottoterra e rivenuti nel dopoguerra. Inoltre nel 1998 sono state recuperate in una base dell’aeronautica militare americana alcune scene tagliate che mostrano la troupe nazista del film in azione. A Film unfinished, poiché dopo trenta giorni di riprese, nel maggio del 1942, il soldati vennero richiamati e il film di 62 minuti rimase incompiuto e senza traccia audio.Michael Calimani, http://www.moked.it/

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