venerdì 15 gennaio 2010


Will Eisner, una Tempesta di pregiudizi

Ristampata l'opera autobiografica scritta dal grande autore di graphic novel. Storia di una tormentata infanzia ebraica in America alla vigilia della II GuerraMondiale
E' il 1942. Un giovane uomo sta andando in treno alla base militare da cui partirà verso la guerra. Mentre i commilitoni parlano, guarda dal finestrino e ripensa al suo passato. Così comincia «Verso la tempesta», graphic novel del grande Will Eisner (1917-2005) da poco ristampato da Fandango Libri a oltre dieci anni dalla prima edizione per Punto Zero (anche la nuova edizione è tradotta e curata da Andrea Plazzi, studioso dell'opera dell'autore e suo amico personale).Graphic novel è un termine abusato, spesso utilizzato da chi considera (chissà perché) svilente il termine fumetto, ma le opere di Eisner sono veri e propri romanzi a fumetti, che raccontano storie di gente comune, non di eroi o criminali. Il primo è «Contratto con Dio» del 1978 (per la verità, in questo caso si tratta di quattro racconti brevi), fortemente influenzato dalle sue radici ebraiche; l'ultimo, uscito postumo, è «Il complotto» in cui parla del libello antisemita «I protocolli dei Savi di Sion».Eisner aveva già rivoluzionato il fumetto con la serie «Spirit», storia di un ironico detective mascherato, pubblicata fra il 1940 e il 1952 sul supplemento domenicale a colori dei quotidiani americani, con storie innovative per le atmosfere noir mixate a ironia e umorismo e la grafica che strizza l’occhio al cinema. «Verso la tempesta » occupa un ruolo privilegiato tra i romanzi di Eisner, scritto nel 1990 quando l’autore aveva settant’anni, è il più autobiografico. E' un'opera sull'intolleranza e sui pregiudizi, Eisner saggiamente non considera speciale la propria condizione: come gli dice il commilitone Mamid (turco convertitosi al cris t i a - nesimo per integrarsi negli States) «cosa credete, voi ebrei, che essere discriminati sia una vostra esclusiva, uh?».Gli Eisner si trasferiscono nel Bronx nel 1928, dato che il padre continua a passare da un fallimento all'altro (è bravo ma non ha senso degli affari, era stato pittore a Vienna) in un quartiere senza comunità ebraiche e dove sono molto accese le rivalità etniche: gli irlandesi detestano gli italiani e viceversa, i tedeschi odiano gli uni e gli altri e tutti detestano gli ebrei (a loro volta del resto i colti ebrei tedeschi disprezzano quelli, a loro dire zoticoni, dell'Europa dell'Est). Memorabile la scena in cui due distributori di giornali, un italiano, Rocco, e un irlandese, Kelly, lottano perché il giovane Will (che fa lo strillone) venda solo i propri giornali. E i ricchi non sono da meno: in un club esclusivo uno dei soci propone come nuovo membro un ricco irlandese, che però viene scartato perché cattolico (se venisse ammesso poi temono in futuro tocchi a italiani e polacchi e persino agli ebrei).Ci sono flashback nel flashback, con le storie dei genitori di Eisner, entrambi ebrei, ma di origine molto diversa: la madre, Fannie, è nata in America da ebrei di origine rumena, e ha avuto una vita familiare travagliata e scarsa istruzione; il padre Samuel invece è di famiglia colta viennese, era un artista nella Austria Felix della Belle Epoque. Eisner prende da entrambi: lo spirito artistico dal padre, e il senso pratico dalla madre. A differenza di altri autori della sua generazione come Jack Kirby (cocreatore di personaggi come «I Fantastici Quattro», «Hulk» e gli «X-Men») riesce a essere proprietario del proprio personaggio «Spirit».In «Verso la tempesta» nessuno sfugge al pregiudizio: la prima ragazza di Will, Heidi, di origine tedesca rimane sconv o l t a quando scopre che è ebreo: del resto Hitler è appena andato al potere in Germania e aleggia l'ombra della II Guerra Mondiale. E quando Eisner rivede Buck, il suo migliore amico dell' adolescenza, scopre che questi è diventato un antisemita che parla di complotti dei banchieri ebrei e ammira il Fuhrer. Ma alla fine, ebrei, italiani, irlandesi, tedeschi, pur fra mille contrasti, diventano americani. Ed è bello che «Verso la tempesta» venga riproposto quando c'è un nero alla Casa Bianca. http://www.lastampa.it/

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