martedì 2 marzo 2010



centro ricerche università Sde Boker


Rassegna stampa

Cliccando sui titoli avrete l'intero articolo
Il vertice dell'asse del male che mette paura al mondo [...] L'esame delle ultime mosse strategiche iraniane ci fornisce un messaggio che riassumiamo prima di analizzare gli eventi: di fronte all'ipotesi di sanzioni serie che finalmente si prefigurano dopo i rifiuti del regime degli ayatollah di cessare l'arricchimento dell'uranio, l'Iran sta valutando l'opportunità di aprire un focolaio bellico che attiri tutta l'attenzione internazionale, e assegna i ruoli. L'obiettivo è Israele, e il grilletto che dovrebbe aprire il fuoco sarebbero gli Hezbollah, ormai in possesso di 40 mila missili in grado di colpire la zona industriale di Israele nel nord, Tel Aviv e il Negev. Per creare una situazione di scontro, Ahmadinejad ha bisogno della fedeltà dì tutti i suoi alleati. Per questo ha promosso giovedì 25 a Damasco e poi ieri a Teheran una serie di incontri molto significativi. [...]Fiamma Nirenstein, il Giornale, 28 febbraio 2010Il diritto dell'Occidente di difendersi Chissà come avrebbe ridacchiato Samuel Beckett (ammesso che qualche volta lo facesse), cogliendo al volo l'assurdità e l'ipocrisia, dei governi e dei mezzi di comunicazione dell'Europa occidentale, che non hanno risparmiato critiche a Israele per aver utilizzato passaporti britannici, irlandesi, tedeschi e francesi nella missione per eliminare l'alto esponente di Hamas che trattava con i regimi sanguinari di Teheran e Khartoum. Mahmoud al-Mabhou è stato ucciso, a quanto pare da una squadra di agenti del Mossad, nella sua stanza d'albergo a Dubai il 19 gennaio. Senza nominare Israele, il presidente francese Sarkozy ha condannato l'operazione come un «assassinio che nessuno può giustificare» e i ministri degli Esteri britannico e irlandese hanno fermamente chiesto a Israele di fare luce sull'uso dei loro passaporti. Persino i bambini sanno che tutti i servizi di 007, compreso l'M16 britannico, falsificano l'identità dei loro agenti e si servono di passaporti falsi. Perché li Mossad dovrebbe comportarsi diversamente? [...]Benny Morris, il Corriere della Sera, 28 febbraio 2010Pilecki, la spia che entrò ad Auschwitz Witold Pilecki è un nome che non ci dice niente se non forse che si tratta di un polacco, del resto, è poco conosciuto anche nella sua terra. Prima di raccontare la sua storia ho aspettato che fossero passate sia la Giornata della Memoria (per le vittime del nazismo nella Shoah) sia quella del Ricordo (per le vittime del comunismo nelle Foibe): proprio per vedere se qualcuno si ricordava di questo straordinario eroe, vittima sia del nazismo sia del comunismo. Macché, non se ne è sentito parlare, nonostante la recente pubblicazione di un libro che racconta - e quanto bene - la sua vicenda. Che sarebbe incredibile, se non fosse così ben documentata proprio dal volume di Marco Patricelli Il volontario (Laterza, 304 pagine, 20 euro). [...][...] Ebbene,Witold Pilecki si offrì come volontario per farsi arrestare - in una retata della Gestapo - e incarcerare proprio lì, in modo da organizzare una rete di resistenza interna. Appena arrivato a Auschwitz, una manganellata gli ruppe due denti. L'eroismo consisteva anche nel sopravvivere, e Pilecki riuscì a farsi assegnare lavori che lo salvassero dal freddo, fumista, falegname. Così, nel marzo del 1941, poté far arrivare agli Alleati angloamericani una relazione su quanto avveniva nel campo. Il rapporto venne giudicato «esagerato». [...]Giordano Bruno Guerri, il Giornale, 28 febbraio 2010

Nessun commento: