venerdì 5 marzo 2010



E se qualcuno avesse messo in giro la voce:«L'undici settembre alle Torri Gemelle non è andato a lavorare nessun Italo-americano e nessun Italiano...»E se qualche rivista di satira avesse poi messo in giro questa vignetta...... vi avrebbe fatto piacere?http://digilander.libero.it/


A proposito di antisemitismo

Nel momento in cui i segnali di antisemitismo - come ricordato, anche ieri, in questa newsletter - sembrano moltiplicarsi, dovunque, in modo sinistro e inquietante, e l’Europa, e l’Italia, ricominciano, con la cosiddetta settimana di boicottaggio contro Israele, a dare il peggio di sé, non sarà inutile formulare, a mo' di "pro-memoria", quattro brevi considerazioni in ordine all’antico, velenoso fenomeno. La prima osservazione da fare è che è sempre un grave errore far coincidere l’antisemitismo con il suo più recente, o più incombente, "abito" o "travestimento", giacché sua prima caratteristica è proprio la straordinaria capacità di mimesi, camaleontismo e adattamento. In virtù di tale attitudine, esso si è annidato, in passato, negli abiti più disparati - di taglio teologico (il popolo "deicida"), economico (gli avidi usurai), biologico (la razza inferiore), politico (gli scherani del capitalismo o, al contrario, i sovversivi bolscevichi) -, senza mai, tuttavia, esaurirsi in nessuno di essi, in quanto, “passato di moda” un abito (in genere per una sconfitta storica dei suoi promotori, come per il nazifascismo), è facilissimo indossarne un altro, apparentemente assai diverso. “Voi odiate gli ebrei - scrisse, nella sua Lettera a Hitler, nel 1932, Louis Golding - per certe vostre ragioni. Per esempio: hanno ucciso Cristo, hanno generato Cristo. Sono i granitici baluardi del capitalismo, sono gli acidi che dissolvono il capitalismo. Hanno un aspetto repellente, seducono e portano alla perdizione i giovani e le ragazze nordiche”. (E, se avesse scritto qualche decennio più tardi, avrebbe probabilmente aggiunto: “si lasciano portare al macello come agnelli, sono guerrieri feroci e spietati”).Per combattere - o semplicemente comprendere - l’antisemitismo occorre pertanto, innanzitutto, saperne riconoscere e smascherare i vari travestimenti, passati, presenti e futuri, senza preferire (per ingenuità, o per viltà) quelli ormai dismessi, o in declino, nella cui condanna sembrano potersi facilmente raggiungere ampie convergenze, e facendo finta di non vedere i nuovi paludamenti dell’odio antiebraico. Anche se, certo, è più comodo e meno rischioso, al giorno d’oggi, parlare del superamento dell’accusa di “deicidio” piuttosto che delle sue “versioni aggiornate” (come il “palestinicidio”), o prendersela con tiranni già abbattuti, morti e sepolti, piuttosto che con i loro baldanzosi "nipotini”. Francesco Lucrezi, storico, http://www.moked.it/

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