mercoledì 31 marzo 2010


Eilat - palazzo del ghiaccio

Israele, la terra promessa dell'anonimato

Una sentenza stabilisce garanzie per l'anonimato dei netizen: un indirizzo IP non può svelare un nome. Almeno fino a che il legislatore non metterà in campo normative ad hoc
Roma - La Corte Suprema di Israele ha deciso che non esiste una procedura civile per risalire attraverso un indirizzo IP all'identità degli utenti.Fintantoché tale possibilità non venga esplicitamente prevista dal legislatore, ogni post e attività sulla Rete può rimanere anonima e viene così riconosciuto il diritto alla privacy, reso di fatto un diritto costituzionale.Il caso riguardava un praticante di medicina alternativa che riteneva essere stato calunniato online: per svelare la sua identità si era dunque indirizzato al tribunale, che però ha rilevato non esistere una procedura che gli permettesse di oltrepassare il velo d'anonimato garantito dall'agire in rete. Mancando una procedura civile è solo tramite]] il procedimento penale che si può, eventualmente, procedere ad identificare un'utenza.http://punto-informatico.it/ 30 marzo 2010

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