Apre a Gerusalemme «Zisele», la nuova gelateria kosher riservata a un pubblico rigorosamente religioso
GUSTI DEL PARADISO - Siccome al palato non si comanda, spontanei i commenti: «Sono i gusti del paradiso», li ha definiti un anziano religioso. Forse c’entra il fatto che fosse tutto gratis, per il giorno dell’inaugurazione, e che in meno di due ore se ne siano andati più di 300 chili di creme. La tecnica e le macchine per fare il gelato come Dio comanda sono tutte italiane. In quattro apprendisti sono partiti da Gerusalemme, destinazione Veneto, e lì hanno imparato quel che serviva. Al rientro, non hanno fatto altro che adattare le nostrane ricette “tricolori” alle regole ferree sulla preparazione kosher, ottenendo dopo attento esame la certificazione della commissione religiosa: ingredienti separati secondo la regola, esclusione d’alimenti proibiti. Adesso, sono più di quaranta i gusti scelti secondo le preferenze dell’acquirente ultraortodosso: limone e vodka, ciliegie e cioccolato all'arancio (che è fra i più leccati). Passano anche sapori particolari: miele, cetriolo e perfino l’arak, l’aroma del liquore all’anice, tanto popolare fra i ragazzi delle scuole religiose. CHE SUCCESSO - Yaakov Halperin, l’ideatore e imprenditore di «Zisele», prevede d’aprire altri venticinque negozi in tutto il Paese. Un investimento da 130mila euro per ciascun locale, facilmente ripianabile: «Sono sorpreso», racconta, mentre osserva quanta gente s’accalchi all'apertura del primo negozio gerosolimitano. «Sapevo che al pubblico degli ultraortodossi mancava un buon gelato, ma non immaginavo che la polizia dovesse addirittura transennare il marciapiede». Nonostante la confusione, Halperin ha chiesto al pubblico di rispettare le due entrate della rivendita: donne di qua, uomini di là. Perfino i Naturey Karta, i più estremisti fra gli ultraortodossi, quelli che non riconoscono nemmeno il laico Stato d’Israele, perfino loro non hanno voluto mancare alle degustazioni d’esordio: non senza sottolineare, con tanto d’altoparlanti, di restare in code distinte e distanti. E gli altri? Proprio in queste ore, e proprio a Gerusalemme, a centinaia sono scesi in piazza con cartelli e slogan («Qui non è Teheran!») per manifestare contro la proposta d’introdurre autobus separati per femmine e maschi, come vorrebbero gli ultraortodossi e come sembra piacere al ministro dei Trasporti. I contestatori le hanno viste, le file alla cremeria kosher. Ma nessuno s’è sentito disturbato, né s’è sognato di ridire qualcosa. Perché un gelato non è un tram: e tutti, in fondo, hanno diritto di chiamarlo desiderio.Francesco Battistini 15 marzo 2010, http://www.corriere.it/
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