martedì 23 marzo 2010


Jewish families waiting outside their homes to be evacuated by Arab troops. Jerusalem, Israel. June 1948

Raffaele Cantoni, ricordo a più voci

“Raffaele Cantoni era certamente un personaggio scomodo: anticonformista e imprevedibile, sognatore e utopista, ma al tempo stesso concreto e dinamico. Mise la sua esperienza, le sue competenze amministrative, le sue amicizie politiche degli anni dell’antifascismo e della guerra di Liberazione, il suo attivismo, al servizio delle comunità ebraiche […]”. Scrive Renzo Gattegna presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nella presentazione del libro di Sergio Minerbi “Un ebreo fra D’Annunzio e il sionismo: Raffaele Cantoni”, ristampato a cura dell'Organizzazione sanitaria ebraica e presentato alla Provincia di Roma. Dopo il saluto di Gattegna e del rabbino capo della Comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni, che hanno sottolineato, attraverso testimonianze e ricordi, quanto la figura di Raffaele Cantoni sia stata importante per l’ebraismo italiano negli anni compresi fra le due guerre mondiali e nel decennio che le seguì, il presidente dell’Ose Giorgio Sestieri ha introdotto i relatori. Sono seguite le testimonianze dello storico Michele Sarfatti, direttore del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, del professor Ferruccio Sonnino e, dello stesso autore del libro, Sergio Minerbi.Come in un mosaico sono stati ricostruiti, attraverso ricordi, episodi e momenti drammatici, decisivi della storia degli ebrei italiani: Cantoni visse in un’epoca, quella che va dalla Prima Guerra Mondiale al Fascismo, ai campi di concentramento alla liberazione e alla ricostruzione, che contribuì con la sua opera e il suo piglio deciso a caratterizzare e influenzare.Fu a Fiume a fianco a D’Annunzio, che abbandonò quando vide che nel movimento c’erano aspetti antisemiti, negli anni Trenta si dedicò ai profughi ebrei fuggiti dalla Germania nazista, catturato e fatto salire su un treno, che attraverso varie fermate lo avrebbe condotto a uno dei vagoni piombati diretti al campo di concentramento di Auschwitz, si salvò gettandosi dal finestrino. Dopo la guerra dedicò tutte le sue energie alla ricostruzione della Comunità ebraica di Milano, di cui fu prima commissario e poi presidente. Dal 1946 al 1951 fu alla guida dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in questi anni a testimonianza della sua perenne attenzione per i giovani, fondò l’Ose e contribuì alla fondazione dell’Organizzazione Rieducazione Tecnica (ORT). Rappresentò l’ebraismo italiano negli anni del referendum per la Repubblica e della redazione della Costituzione, lavorò per la Aliyah Beth e fu sostenitore attivo della nascita dello stato ebraico.Un leader informale, Raffaele Cantoni, che dedicò la sua vita e il suo impegno a far valere gli ideali in cui credeva, una vita vissuta lontano dai clamori e dalle luci della ribalta, ma la cui impronta rimane ancora oggi un indelebile contributo nella storia degli ebrei italiani.Lucilla Efrati
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