sabato 6 marzo 2010


Leggendo e rileggendo la Meghillàt Ester, sono ovviamente molte le interpretazioni che se ne possono dare. Una di queste è vederla come un fatto di cronaca che potrebbe essere accaduto ieri. In un grande paese medio-orientale esiste un regime autoritario presieduto da un capo supremo che vive recluso nel Palazzo e delega le grandi esternazioni pubbliche a un potente politico il cui cognome, secondo l'onomastica corrente, suonerebbe Hamdata-nejad (discendente di Hamdata). Il regime usa erigere alti pali dove effettua pubbliche impiccagioni. A un certo punto, i consiglieri e la moglie del suddetto potente leader gli dicono: "Se quel Mordechai è un ebreo, non ce la puoi fare contro di lui e finirai per cadere prima di lui". In quel lontano paese ci sono due tipi di antisemiti: i sanguinari forcaioli e i gelidi viscerali. Il testo della Meghillàt Ester è un grande allegoria, e questa lettura sembrerà riduttivista. Ma non si può negare che le costanti della longue durée abbiano un certo fascino.Sergio Della Pergola,Università Ebraica di Gerusalemme, http://www.moked.it/

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