martedì 30 marzo 2010


L’Esodo come non l’avete mai visto

Illustrazioni in 3D, infografiche, un ricchissimo apparato di commenti, tutto Rashì. Esce una nuova, spettacolare edizione di Shemot "Avadìm hayìnu lefarò bemitzràyim”, schiavi fummo del faraone in Egitto…” Quante volte abbiamo ascoltato queste parole della Haggadà? Pésach è celebrazione fondamentale per l’ebraismo, la cui caratteristica sostanziale è l’elemento narrativo. Di questi giorni, non a caso, è l’uscita di una nuova edizione del Libro di Shemòt - Nomi, l’Esodo, secondo volume del Khumàsh tradotto e commentato a cura delle Edizioni Mamash: oltre a una mole ponderosa ed esaustiva di commenti, la nuova edizione presenta un inserto a colori davvero spettacolare che spiega e illustra l’architettura del Mishkan, il tabernacolo, la sua struttura interna ed esterna, l’Arca santa e l’altare di rame, nonché tutti gli arredi e i materiali, le componenti, gli abiti del Cohen gadol e il pettorale tempestato di pietre preziose da lui indossato con il significato simbolico di ogni gemma... Insomma, una ricchezza di illustrazioni, un’accuratezza del dettaglio e un’attenzione filologica davvero notevoli. Il tutto restituito con grande chiarezza di spiegazioni, infografiche, disegni in 3D che ne fanno un gioiello di editoria ebraica. “Shemòt, non dimentichiamolo, è l’atto di fondazione di Israèl come popolo, e del viaggio conoscitivo che dalla schiavitù d’Egitto lo condusse, attraverso il miracolo del mar Rosso, a ricevere il Dono della Torà. Celebrare Pésach significa raccontare i prodigi che accompagnarono l’uscita di Am Israèl dalla terra della schiavitù, e per poter narrare bisogna conoscere tutti i minimi dettagli di quegli eventi, non sempre così noti al lettore comune-, spiega rav Shlomo Bekhòr, editore di Mamash -. “Esistono, è vero, numerose Haggadòt commentate, ma nemmeno queste a volte sono sufficienti. La novità di questa nuova edizione di Shemot è nella quantità di notizie, commenti e approfondimenti che offre al lettore; d’ora in poi, con la lettura delle sue prime quattro parashòt, la celebrazione di Pésach sarà diversa e senza dubbio più completa”.Quali quindi i punti di forza di questa nuova edizione? Spiega Bekhor: “Innanzitutto una traduzione che pur mantenendosi fedelissima al testo, consente a quanti non conoscono la lingua ebraica di accedere alla parola sacra; grazie soprattutto ai commenti di Rashì e di molti altri maestri, questa edizione permette di avvicinarsi a una più profonda comprensione del significato della Torà. Abbiamo dispiegato un grande sforzo creativo nell’inserto a colori dedicato alla realizzazione del Mishkan, il tabernacolo. Fino ad ora il lettore, per cercare di figurarsi visivamente i dettagli e i particolari esposti nelle ultime cinque parashòt del libro di Shemòt, doveva fare ampio ricorso all’immaginazione. In questo volume, invece, le descrizioni sono concretizzate in bellissime immagini, realizzate per mezzo di tecniche grafiche modernissime, seguendo però fedelmente il commento di Rashì, integrato dalla lettura dei pareri degli altri grandi commentatori. È un fascicolo a sé stante, caratterizzato da illustrazioni tridimensionali, accompagnate da un’introduzione e da testi chiari; per facilitare così il lettore nel suo sforzo di capire e memorizzare le caratteristiche tecniche e spirituali del Mishkàn. Una proposta davvero inedita questa, che non trova molti altri esempi nell’editoria ebraica”. Qual è quindi il tipo di lettore a cui ci si rivolge? “A tutti, nel senso più ampio del termine. Ad esempio, numerosi lettori ci hanno chiesto di pubblicare la traduzione integrale dei commenti di Rashì. Inizialmente avevamo deciso di non farlo, sia perché gran parte dei suoi commenti sono di carattere linguistico e grammaticale e quindi poco rilevanti per i lettori che hanno scarsa dimestichezza con la lingua ebraica e le sue sfumature, o un lettore magari alle prime armi con lo studio della Torà. Sia perché lo spazio dedicato alla traduzione integrale degli scritti di Rashì sarebbe andato a scapito degli altri numerosi commenti che abbiamo scelto di pubblicare, cosa che dava ai lettori un quadro più ricco della letteratura omiletica, talmudica ed esegetica esistente sulla Torà. Tuttavia, per soddisfare le esigenze del maggior numero possibile di persone, abbiamo alla fine optato per una scelta importante: tralasciando esclusivamente le note esplicative di carattere linguistico e grammaticale e quelle di poca rilevanza per il lettore italiano medio, abbiamo tradotto e approfondito la quasi totalità dei commenti di Rashì. Cercando quasi sempre di riportare integralmente i suoi commenti. Un’altra novità di questo volume, rispetto a quello di Bereshìt che l’ha preceduto, è stata per esempio l’introduzione - su richiesta di rav Riccardo Di Segni - delle “melodie” italiane. Tale dettaglio tecnico allude al desiderio di rivolgersi alla pluralità, in vista dell’unità, di tutti gli ebrei”.Un apparato di notazioni e commenti di per sé ricchissimo con ampio spazio dedicato ai riquadri che riportano il pensiero dei maggiori maestri della tradizione ebraica. Un gran numero di schemi e tabelle riassuntive che, aggiunte ai testi, ai commenti e agli approfondimenti in appendice, lasciano pochissimo margine a domande e dubbi. Gli indici, infine, oggetto di particolare cura, per facilitare la ricerca e agevolare lo studio e l’approfondimento dei contenuti delle parashòt. Frutto di lunghi anni di lavoro, ricerca e impegno di un team numeroso, c’è infine da dire che questo genere di progetti monstre hanno sempre bisogno di grande sostegno economico: per realizzarli non sono sufficienti gli introiti delle vendite (che, tra l’altro, in Italia sono ridotte, dati gli esigui numeri dell’ebraismo italiano). Diventa quindi fondamentale, inutile negarlo, poter usufruire di donazioni ad opera di fondazioni private e pubbliche oppure di sponsor privati (c’è chi si impegna tout court a finanziare il Progetto Khumash come forma di sostegno all’ebraismo italiano, chi dedica una pagina a un parente caro, chi ne acquista delle copie per farne dono ad amici o familiari). La vitalità della cultura e la ricchezza del pensiero ebraico oggi in Italia non passano, in fondo, anche da qui?Anna Coen http://www.mosaico-cem.it/

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