sabato 6 marzo 2010


Medio Oriente, la soluzione della Casa Bianca

In che consiste la proposta dei "colloqui indiretti"? http://www.lastampa.it/
L’amministrazione Obama si affida ad una nuova formula per tentare di far ripartire i negoziati fra israeliani e palestinesi. Si tratta di una ricetta con due ingredienti. Primo: i colloqui fra le due parti saranno «indiretti» ovvero israeliani e palestinesi si troveranno in stanze separate e a fare la spola sarà l’inviato Usa George Mitchell, consentendo così di ovviare al persistente disaccordo sulle nuove costruzioni a Gerusalemme Est e in Cisgiordania. Secondo: gli incontri «indiretti» si svolgeranno al Cairo, sotto l’egida della Lega Araba che ne ha stabilito la durata massima in quattro mesi. Se l’assenza di un dialogo diretto riporta le lancette dei rapporti fra israeliani e palestinesi al periodo precedente gli accordi di Oslo del 1993, l’ombrello formale della Lega Araba è la vera novità creando la base per un maggior «coinvolgimento della regione» nella composizione del secolare conflitto.Sin da quando è arrivato alla Casa Bianca Obama ritiene che i Paesi arabi possano avere un ruolo decisivo nella risoluzione della crisi potendo da un lato spingere il presidente palestinese Abu Mazen ad accettare difficili compromessi - ad esempio sulla rinuncia al diritto al ritorno dei profughi del 1948 - e dall’altro ammorbidire le resistenze di Israele sulle concessioni territoriali facendo leva sulla normalizzazione dei rapporti promessa dal piano saudita del 2002. Ad avvalorare l’importanza della «cornice regionale» c’è quanto sta avvenendo sul terreno: l’Egitto ha aumentato i controlli anti-terrorismo al confine con la Striscia di Gaza diventando di fatto il garante dell’assenza di guerra fra Hamas e Israele; la Giordania sta godendo dei frutti economici del boom di sviluppo che si registra nei maggiori centri della West Bank; l’Arabia Saudita guida il fronte dei Paesi arabi preoccupati del programma nucleare iraniano tanto quanto lo è lo Stato Ebraico. Tutto ciò contribuisce a fare della Lega Araba un interlocutore di Israele creando una situazione che offre a Obama la possibilità di tentare di sbloccare lo stallo ovviando alla difficoltà dovuta all’esistenza di due interlocutori palestinesi in attrito fra loro: Hamas a Gaza e l’Anp a Ramallah. La nuova ricetta Usa però ha due avversari dichiarati in Siria e Hamas ovvero gli alleati di Teheran. Maurizio Molinari, 5/3/2010

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