lunedì 1 marzo 2010

Processo Olmert: parlano i testimoni

Riapre oggi a Gerusalemme, con l’esame dei testimoni, il processo contro l’ex primo ministro Ehud Olmert e la responsabile della sua segreteria personale, Shula Zaken. Gravi le accuse che pendono sui due imputati: frode ai danni dello Stato, finanziamento illecito, abuso d’ufficio, falsificazione di documenti aziendali, evasione fiscale. All’evidente delicatezza del caso si è aggiunta un ulteriore difficoltà. Il procuratore Urbi Korb, titolare dell’inchiesta, è stato costretto a lasciare temporaneamente l’incarico per aver rivolto delle frasi ingiuriose nei confronti dei giudici del Tribunale distrettuale di Gerusalemme. Contro di lui sarà presto aperto un procedimento disciplinare per valutare la gravità delle sue affermazioni.Intanto la conduzione dell’accusa nel processo Olmert è stata affidata a Eli Abarbanel. A nulla sono valse le richieste di quest’ultimo di posticipare l’audizione dei testimoni di tre mesi. Il presidente della Corte, Moussia Arad, è stata irremovibile, fissando la data di apertura per il 25 febbraio.Tre le vicende per cui l’ex primo ministro si trova ora nell’occhio del ciclone. La prima riguarda il “caso Talansky”. Secondo il procuratore capo Menachem Mazuz, a partire dal 1993 Olmert avrebbe incassato illecitamente ingenti quantità di denaro dal miliardario statunitense Morris Talansky, il tutto per finanziare la sua campagna elettorale. La pratica delle tangenti, sempre secondo l’accusa, si sarebbe protratta anche durante gli anni in cui Olmert era ministro dell’Industria del governo Sharon, ovvero dal 2003 al 2006. In cambio dei soldi Talansky avrebbe ottenuto l’appoggio necessario per il conseguimento di alcuni affari di prima importanza in Israele.Il secondo filone di indagini è legato a rimborsi truccati e fatture gonfiate. Nell’arco di quindici anni, Olmert si sarebbe servito dell’agenzia Rishon Tours per falsificare le ricevute dei suoi viaggi istituzionali all’estero. L’agenzia inviava le fatture delle spese raddoppiate o triplicate alle associazioni, statali o private, che dovevano eseguire il rimborso. La differenza finiva nelle tasche del ex primo ministro che riutilizzava il denaro per pagare la vacanza di parenti e amici.Terzo ramo del procedimento è il caso “Centro Investimenti” per cui Olmert è accusato di abuso d’ufficio. Da ministro dell’Industria, l’influente imputato avrebbe garantito e promosso, in conflitto d’interessi, alcuni affari immobiliari guidati dall’amico ed ex socio d’affari Uri Messer.La gravità delle accuse porta, nel settembre 2008, alle dimissioni del primo ministro. In molti hanno apprezzato le sue parole al momento dell’uscita di scena “se devo scegliere fra me – spiegava Olmert nel suo ultimo discorso da capo di governo - la consapevolezza di essere innocente e il fatto che restando al mio posto possa mettere in grave imbarazzo il Paese che amo e che ho l’onore di rappresentare, non ho dubbi: mi faccio da parte perché anche il primo ministro dev’essere giudicato come gli altri”. Un anno dopo, il 25 settembre 2009, si è aperto ufficialmente il processo a suo carico.Olmert ha sempre sostenuto la sua completa estraneità ai fatti, tanto da dichiarare durante l’udienza preliminare “sono venuto qui da innocente e me ne andrò da innocente..."Oggi però è il giorno dei testimoni dell’accusa. Sono stati chiamati a deporre l’ufficiale di polizia che ha esaminato il computer dell’ex sindaco di Gerusalemme, alcuni collaboratori di quando Olmert era Ministro dell’Industria e lo staff che allora gestiva la sezione computers del ministero.A quanto risulta, il pubblico ministero Abarbanel vuole dimostrare, sin dalle prime battute del procedimento, l’importanza e veridicità di quello che è stato ribattezzato il “Diario di Shula”. Nel quaderno della segretaria di Olmert, infatti, sarebbero minuziosamente documentati incontri e trasferimenti di denaro in riferimento ai casi “Talansky” e “Centro Investimenti”.Daniel Reichel , http://www.moked.it/

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