mercoledì 7 aprile 2010


E' mia abitudine non fare commenti ai testi che pubblico sul blog, ma questo articolo necessita di un mio brevissimo "cappello": ho scelto di metterlo sulle pagine del blog perchè si veda quale esercito democratico e serio è quello israeliano. Ragazzi 19enni, quali sono i soldati israeliani, possono anche fare errori, ma la cosa fondamentale è che vengano processati e puniti. Quanti eserciti al mondo lo fanno e soprattutto lo rendono pubblico?

Israele, inchiesta esercito su 4 palestinesi uccisi: i morti potevano essere risparmiati

GERUSALEMME (6 aprile) - Alcuni militari israeliani sono stati accusati di avere agito con «scarsa professionalita» al termine di un'inchiesta ordinata dallo stato maggiore in seguito all'uccisione di quattro palestinesi avvenuta lo scorso mese in Cisgiordania.Le inchieste preliminari, riferisce la stampa, hanno messo in luce gravi deficienze nei confronti dei comandanti di basso grado presenti sul terreno. Quelle morti, è stato stabilito, avrebbero potuto essere risparmiate. Nei prossimi giorni sarà il capo di stato maggiore, generale Gaby Ashkenazi a decidere eventuali sanzioni nei confronti dei militari coinvolti. Il primo episodio risale al 20 marzo scorso, quando un mezzo militare israeliano venne attaccato a colpi di pietre e bottiglie incendiarie nei pressi di Nablus. Uno dei soldati a bordo ha aperto il fuoco e due manifestanti palestinesi sono rimasti uccisi. Il militare aveva sostenuto di avere sparato con proiettili di gomma ma l'indagine ha appurato che si trattava invece di pallottole vere.I vertici militari che hanno indagato su quell'episodio sono giunti alla conclusione che l'intervento della unità militare ad Arak-Burkin «era superfluo» ed è stato generato da una visione tattica errata. L'indagine invece non è riuscita a far luce su un punto controverso: se i due siano stati uccisi da proiettili rivestiti di gomma (come sostengono i soldati che erano sul terreno) oppure da munizioni vere, come affermano i medici di Nablus. Il secondo incidente, avvenuto nel villaggio di Awarta, risale al giorno successivo. Qui due palestinesi sono stati uccisi da una pattuglia che li aveva appena fermati per un controllo. I militari sostengono di avere sparato perché minacciati con una bottiglia e un arma da taglio. Nel rapporto, tuttavia, si afferma che in entrambi i casi i soldati non avrebbero dovuto aprire il fuoco.Secondo il generale Avi Mizrahi, comandante delle forze israeliane in Cisgiordania, i soldati avrebbero dovuto aver ragione dei due palestinesi (che avevano aggredito separatamente uno di loro) senza necessariamente provocarne la morte. Nell'inchiesta viene ammesso che il soldato che ha aperto il fuoco si è sentito in pericolo immediato di vita. Le critiche sono invece indirizzate ai superiori, che non hanno saputo disporre in maniere adeguata le forze sul terreno. In una inchiesta separata, l'esercito israeliano ha invece concluso di non essere responsabile delle morte di un palestinese diabetico, Muhammed Alyat, 63 anni, asseritamente trattenuto a lungo giorni fa in un posto di blocco della valle del Giordano. Dall'inchiesta è emerso che l'uomo non è stato trattenuto al posto di blocco, bensì subito respinto per un motivo tecnico. Di conseguenza si è prolungato di diverse ore il suo viaggio per la Giordania, dove questi è poi deceduto. Secondo la stampa in questa serie di episodi i responsabili militari israeliani hanno trovato anche un raggio di luce: il comportamento delle forze di sicurezza dell'Anp che si sono prodigate per circoscrivere gli episodi ed impedire che in Cisgiordania la situazione degenerasse. http://www.ilmessaggero.it/

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