domenica 4 aprile 2010


PAESAGGIO CON TRE ALBERI di YEHOSHUA KENAZ ed .Nottetempo

con tre alberi è il titolo di un’incisione calcografica ad acquaforte, presente tra marzo e giugno 2009 a Traversetolo vicino Parma alla Fondazione Magnani Rocca in una mostra sull’arte incisoria (Incontro con Rembrand ). Ma questo quadro è anche il titolo di un breve romanzo (pp.104 ) di Yehoshua Kenaz, pubblicato da Nottempo e presentato alla Fiera del libro di Torino 2009. Lo scrittore, grande voce di Israele, come dice la sua presentatrice e traduttrice, Elena Lowenthal , oltre che scrittore, è lui stesso un traduttore in ebraico dal francese di opere di Balzac, Stendhal, Mauriac e persino di Simenon, che reputa un vero genio.Sono i due anni trascorsi in Francia, gli studi alla Sorbona e l’incontro con la letteratura francese-un vero choc culturale – che hanno fatto di lui uno scrittore: ” i grandi francesi mi hanno insegnato a scrivere e il dono della volontà di farlo”.Un quadro dunque del 1643 del fiammingo Rembrand al centro di una piccola e delicata storia, ambientata negli anni quaranta ad Haifa.A Elena Lowenthal, che sottolinea la riservatezza di Kenaz nello scrivere e nell’affrontare il mondo, e gli chiede perché avesse ambientato il racconto ad Haifa durante il mandato britannico risponde: “È stato un periodo molto importante della mia vita. Avevo 5 anni, la mia famiglia si era trasferita dalla provincia rurale perché l’esportazione di arance era stata bloccata dalla guerra e mio padre trovò lavoro in un campo inglese vicino al mare, ad Haifa. Vivevamo in una stanza con cucinino, il bagno era in comune coi nostri padroni di casa. A poco a poco cominciarono ad arrivare le cattive notizie dall’Europa, e noi facevamo del nostro meglio per dimenticarle”.Queste parole ci dicono dunque chiaramente che in questo romanzo c’è un nucleo autobiografico e che “il bambino” protagonista della storia è proprio lui Yehoshua Kenaz.Anche qui, come in un altro romanzo Cortocircuito la storia si svolge in una casa, un condominio, metafora del difficile tema della convivenza, complesso in qualunque società multietnica, ma ancor di più in ambito ebraico palestinese.Due famiglie di ebrei, che abitano due appartamenti adiacenti con persino il bagno in comune, ma con diverse provenienze e abitudini e soprattutto lo sguardo di un bambino ebreo che osserva senza pregiudizi il mondo degli adulti. Si parla di lui semplicemente come” il bambino” e rare volte si ricorda il suo nome emblematico, Salomon: è il figlio di una giovane coppia,di Harry e di Becky. Hazon è, invece, il nome dell’altra famiglia di origine egiziana con tanti figli ed: il padre parla arabo e fuma il narghilè, la madre parla il francese. Tutto, colori profumi sapori abitudini, attrae il bambino che ama soprattutto sedersi sui tappeti di agnello sparsi per terra in quella casa, anche se la madre, piena di paure e preconcetti, teme che proprio lì si annidino i pidocchi che deve più volte estirpare dalla testa di Salomon. Il bambino guarda, osserva, ascolta, ride con i personaggi di questa famiglia.Mentre, al di fuori del condominio e di Haifa, la situazione politica si fa sempre più complessa, il bambino ebreo vive tranquillo il suo rapporto con la famiglia Hazon. E allo stesso modo osserva un soldato inglese, Franck che si trova per caso a frequentare la sua casa. Siamo ai tempi del mandato britannico e il soldato, triste e solo in una realtà che gli è ostile, ricopia, prima a matita poi a inchiostro, con rigorosa precisione l’incisione di Rembrand. Il soldato è affascinato dai numerosi particolari del quadro che scopre via via e che gli farà dire “Sono come i particolari della nostra vita” A riproduzione terminata, il quadro sarà poi ragalato alla famiglia del bambino. E solo allora, al di là della bravura di chi lo ha disegnato, si coglie una visione più tragica, più angosciante di quella di Rembrand,Eppure Kenaz fa dire ai genitori del “bambino” che quelli furono i giorni più belli della loro vitaUna microstoria non-storia, in cui non accade nulla di importante, ma di significato profondo rispetto all’incontro di culture diverse, soprattutto se lo sguardo è quello ingenuo di un bambino.Ma c’è anche la Storia sullo sfondo , che alla fine si riassume nelle parole di un certo Herz, che torna, dopo essere stato prigioniero dei tedeschi, e dice quasi sottovoce: “Laggiù hanno sterminato tutti gli ebrei- e tu con la tua vita privata”. Il piccolo libro di Kenaz è più complesso di quanto non sembri e merita una lettura approfondita.http://gruppodilettura.wordpress.com/
Yehoshua Kenaz nato in Israele nel 1937, è uno dei maggiori romanzieri israeliani. Traduttore dal francese, ha lavorato per il giornale Haaretz. Vive a Tel Aviv, dove nel 1999 ha ricevuto il prestigioso premio Bialik. In Italia sono stati pubblicati Voci di muto amore (Anabasi, 1994), Fra la notte e l’alba (Marsilio, 1998), Ripristinando antichi amori (Mondadori, 1999), La grande donna dei sogni (La Giuntina, 2005), Cortocircuito (nottetempo, 2007) e Paesaggio con tre alberi (nottetempo, 2009).

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