domenica 16 maggio 2010


Atlit campo di prigionia inglese

Rassegna stampa

Nelle ultime due settimane l’ebraismo europeo si è spaccato sul tema di ciò che Israele deve fare e non fare, accettare e non accettare; forse in Italia il grande pubblico ha partecipato meno che altrove al dibattito che è giunto fino al Parlamento Europeo per mano dei fondatori di J Call; ma ieri gli organizzatori di Raison Garder, dopo aver raccolto un numero doppio di firme in confronto e in opposizione a J Call, e aver trovato un valido alleato in Fiamma Nirenstein, hanno comunicato di voler lavorare ora per andare anch’essi a presentare il loro pensiero, in questo caso favorevole alle posizioni di Israele, al Parlamento Europeo. Intanto, nell’attesa degli eventi prossimi futuri, viviamo oggi un raro momento di tregua e di riflessione.Marco Ventura sul Corriere firma un articolo che parla di Elena Kagan, vecchia amica ebrea di Obama, proposta dal presidente americano per l’elezione a Giudice della Corte Suprema; dopo le dimissioni dell’anziano Stevens sarà la prima volta che nessun protestante ricopre questa fondamentale carica. Un terzo dei giudici saranno ebrei (ben 3) e due terzi cattolici, e bene fa Ventura a ricordare che ci vollero 50 anni prima che venisse eletto il primo giudice cattolico, e 130 prima della nomina di un ebreo. Non conta, per Obama, la religione del singolo giudice, perché questa rientra nella sfera privata, ma in un’America nata dichiaratamente protestante non si deve dimenticare la dichiarazione fatta recentemente da Obama, foriera di importanti sviluppi, secondo la quale “l’America non sarà più un paese cristiano”. Sul Wall Street Journal viene dato risalto all’opera di papa Benedetto XVI che, dopo aver di recente incontrato a Malta alcune vittime di abusi sessuali causati da uomini della Chiesa, ha ieri affermato che la Chiesa cattolica è responsabile degli scandali sessuali che vedono in prima fila anche importanti personaggi del clero. Rallegriamoci di tale posizione del papa, ma non dimentichiamo che, sul Giornale di ieri, in una breve, veniva riportato che padre Cantalamessa, che solo lo scorso 2 aprile aveva collegato questa questione con le antiche persecuzioni contro gli ebrei, è stato insignito del premio Paoline Comunicazione e cultura. E, parimenti, non dimentichiamo che, dopo l’omelia pasquale di padre Cantalamessa, alcuni vescovi, tra i quali quello di Grosseto, avevano fatto sull’argomento gravi dichiarazioni antisemite. Auguriamoci quindi che domani non si ripetano, all’interno della Chiesa, le stesse reazioni. Da Israele poche notizie; forse di interesse solo El Pais, che riporta la notizia dell’arresto di due arabi israeliani sospettati di spionaggio in favore di Hezbollah. Mentre lo Shin Bet parla di “elementi seri” raccolti contro i due, l’avvocato difensore parla di “sequestro” e dichiara di non sapere nulla del suo assistito. In un paese come Israele nel quale nulla si può dire contro la Corte di Giustizia che sempre, in modo indipendente, è pronta ad intervenire, anche contro il governo e le massime autorità, non dubito che i diritti di questi due arabi verranno tutelati a dovere. Ma viene anche da chiedersi come mai in Israele, e solo in questo paese, il semplice arresto di due comuni cittadini debba finire sui giornali internazionali. Gabriella Mecucci su Liberal presenta la prossima uscita, per i caratteri del Mulino, di 11 volumi aventi per titolo gli 11 Comandamenti; sono scritti ciascuno da un teologo (cristiano od ebreo) e da un laico; l’intenzione è quella di cogliere l’attualità delle Tavole, gli slittamenti di significato nel tempo ed il rapporto coi diritti e i doveri umani nella sfera laica. Ricorda la Mecucci le parole di Dostoevskij: se Dio non esiste tutto è permesso, e ci descrive con interessanti parole i primi tre volumi della collana in prossima uscita; dopo Io sono il Signore Dio tuo, non rubare ed onora tuo padre e tua madre. La collana sarà completata nel 2011, e si può prevedere un successo ancora maggiore di quello riportato dai 7 vizi capitali, recentemente pubblicati sempre dal Mulino. Di grande interesse culturale anche Maurizio Molinari su La Stampa che ricorda che di circa 6500 lingue parlate nel mondo (e 800 parlate nella sola New York), il 90% corre il rischio di estinzione. Tra queste vi è l’aramaico, il Bukhari, la lingua degli ebrei di Bukhara, e lo stesso yiddish. Curioso inoltre apprendere che il Mamuyu, lingua austroindonesiana, è oggi parlato solo più dal signor Husni Husain, ed il Viaski, di origine istriana, sopravvive quasi soltanto nella Grande Mela. Ho volutamente lasciato in ultima posizione l’articolo del Manifesto di Emanuele Giordana che contiene durissime accuse contro le armi che sarebbero usate dagli israeliani; osservatori italiani, svedesi e libanesi (casuale questo accostamento?) sono particolarmente attenti a quanto succede a Gaza per colpa degli israeliani; la professoressa Paola Manduca, dell’Università di Genova, è molto impegnata in queste accuse (se ne può facilmente trovare notizia su Google). Pochi giorni fa si apprendeva anche delle accuse mosse contro le gomme da masticare israeliane che causerebbero l’impotenza dei giovani palestinesi, e questo nuovo articolo sembra ispirarsi allo stesso filone. Non mi sorprende. Ho ascoltato tempo fa, in una sede messa a disposizione dalla Curia torinese ad alcuni “esperti”, tra i quali il professore Angelo D’Orsi dell’Università di Torino, che i soldati israeliani, nella guerra del '48, quando conquistavano dei villaggi arabi, mettevano i ragazzini fatti prigionieri nei forni. E poi non si deve parlare di antisemitismo. Mah.Emanuel Segre Amar http://www.moked.it/

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