giovedì 13 maggio 2010
Statua raffigurante il Re Davide
Il giorno di Davide
I versi di una bellissima, dolente poesia di Marie Syrkin, intitolata Davide, così recitano:Supponiamo che, questa volta, Golia non cada;Supponiamo che, questa volta, la fionda non basti.Sulla pianura della Giudea, dove una volta per tutte.L'umanità scagliò il sasso, supponiamo che, questa volta,La storia finisca in un altro modo: il pastore si piega,La palma della vittoria passa al braccio e alla coscia di ferro,Il miracolo svanisce dal campo fiorito,Il gigante con la corazza resta in piedi e il melodioso cantore si accascia Supponiamolo. Ma, allora, quale grazia rimarrà non celebrata,Quali mura del tempio non verranno costruite, quale giardino resterà spoglio,Quale vomere spezzato e quale arpa non accordata!Il senso della sconfitta avvolgerà ogni cuore consapevole Di quanto sarebbero cupi i bastioni di un mondo in cui I salmi vengano messi a tacere, e Davide non vinca.Appare utile rileggerli in occasione del Yom haAtzmaut, e riflettere sul loro significato. E non per offuscare, con un velo di inquietudine, un giorno di festa e letizia, che tale deve restare, ma per dare maggiore consapevolezza e pienezza al senso di tale ricorrenza. Davide non cadrà, i salmi non verranno messi a tacere, ma, affinché ciò non accada mai, è opportuno avere presente che potrebbe accadere, e considerare quale sarebbe la portata di tale sconfitta. Il nostro augurio, non al solo popolo di Davide, ma all’intera progenie di Adamo, non è che Davide vinca ancora, ma che possa posare per sempre la sua fionda, per restare pastore e cantore. Francesco Lucrezi, storico http://www.moked.it/
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