sabato 15 maggio 2010


Un operaio in cima al tetto del padiglione di Israele all'Expo 2010 di Shanghai
“Innovazione per una vita migliore”, Israele all’Expo 2010

Un grazioso frutteto di alberi d’arancia offre riparo al visitatore accaldato dalla calura estiva. Una volta all’ombra dei rami carichi di frutta, gli alberi cominciano a bisbigliare. In cinese. Non si tratta di un sogno, ma del benvenuto ai turisti che si accingono a visitare il primo padiglione israeliano della storia a un’esposizione universale. Complici i sempre più intensi rapporti commerciali tra Gerusalemme e Pechino, nel 2007 Israele ha firmato la sua partecipazione all’Expo di Shanghai, che ha preso il via in questi giorni. “Better city – Better life”, città migliori per una vita migliore, il tema che propone l’edizione di quest’anno, pronta a raccontare al mondo la nuova Cina, attenta alle esigenze dell’uomo e della natura, almeno nelle dichiarazioni d’intento.Un binomio che sicuramente Israele conosce bene, ponendosi da sempre all’avanguardia nella ricerca e utilizzo di energia pulita e risorse rinnovabili, esempio assoluto di come la tecnologia, se ben impiegata, possa migliorare la vita dell’uomo nel rispetto della natura.Il padiglione “Innovation for better life”, che si estende per oltre 2000 metri quadrati, è stato realizzato dall’architetto israeliano Haim Dotan, la cui madre è nata proprio a Shangai. Due sinuose strutture, rispettivamente in pietra e vetro, si avvolgono a vicenda, come due conchiglie, o due mani che si stringono. Spiega il suo sito, haimdotan.com, che le due forme allacciate “simboleggiano una quieta conversazione tra uomo e terra, tra uomo e uomo, tra nazione e nazione” e rappresentano il “dialogo tra umanità e natura, passato e futuro, effimero ed eterno”. Per accedere al complesso, alto 24 metri, si attraversa appunto il Giardino sussurrante (Whispering garden), in cui cinquanta alberi da frutto bisbigliano in cinese e inglese, a creare il contatto diretto tra il visitatore e l’ambiente circostante. Si celebra così l’importanza della natura per lo Stato d’Israele, ma anche i grandi risultati ottenuti per quanto riguarda i sistemi d’irrigazione, vitali per un paese in cui l’acqua scarseggia.All’interno della struttura, la Sala della luce (Hall of Light), e la Sala dell’innovazione (Hall of Innovation) mostrano poi i successi israeliani in campo tecnologico. Attraverso centinaia di schermi è possibile ascoltare bambini israeliani, scienziati, medici, inventori, che raccontano le proprie idee e le proprie speranze per il futuro.Isaac Herzog, Ministro del welfare e dei Servizi sociali, rappresentante del governo israeliano all’inaugurazione dell’Expo, ha dichiarato di essere rimasto molto impressionato dal calore dell’accoglienza ricevuta e “dal grandissimo interesse verso il nostro stand che consentirà a tanta gente di scoprire che quella d’Israele è una storia di successo sotto tanti aspetti diversi”.Le stime degli organizzatori sembrano dargli ragione. Sono tre milioni e mezzo i visitatori previsti per il padiglione israeliano, fino al 31 ottobre 2010, giorno in cui calerà il sipario sull’Expo di Shanghai, in attesa di rialzarsi nella nostra Milano fra cinque anni.Rossella Tercatin http://www.moked.it/

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