lunedì 10 maggio 2010


Ventitré anni. Francese. Un debole, sembra, per le belle donne. E poi ebreo. Anzi no, non “e poi” ebreo: prima di tutto ebreo («Sono Ilan Halimi. Sono il figlio di Halimi Didier e di Halimi Ruth. Sono ebreo»). E come tale selezionato per la soluzione finale, adescato, rapito, sequestrato, bestialmente torturato per oltre tre settimane e infine, ancora vivo, bruciato (“Ilan era ebreo, doveva finire in fumo”).Ora il libro scritto dalla madre di Ilan per ricordarne la sconvolgente vicenda è disponibile anche in italiano, nella traduzione di Barbara Mella, Elena Lattes e Marcello Hassan: noi la nostra parte l’abbiamo fatta, ora tocca a voi fare la vostra, leggendo il libro e diffondendolo, affinché uno dei più efferati episodi di antisemitismo dei nostri tempi sia conosciuto e ricordato.Ruth Halimi – Émilie Frèche, 24 giorni La verità sulla morte di Ilan Halimi, Belforte. Barbara Mella

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