venerdì 4 giugno 2010


Israele: liberati i sei attivisti italiani.L'Italia dice 'no' a inchiesta internazionale

I nostri connazionali hanno lasciato Tel Aviv. Netanyahu: "Flottiglia pericolosa per Israele". Iniziata l'espulsione di 250 degli oltre 650 attivisti stranieri arrestati. Abu Mazen parla di 'terrorismo di Stato'.
Il blitz del 31 maggio da parte di militari di Israele contro la flottiglia di pacifisti continua a scuotere i palazzi della diplomazia mondiale. Oggi il Consiglio dei diritti dell'uomo dell'Onu ha adottato a Ginevra una risoluzione che chiede una "missione di inchiesta internazionale". La risoluzione, però, non è stata approvata dall'unanimità dei Paesi membri: ci sono stati 32 sì, 3 no e 9 astensioni. Uno dei tre voti contrari è stato espresso proprio dall'Italia, che si è associata al parere negativo di Usa e Olanda. La scelta di Roma non è stata condivisa da l'Idv. Intanto oggi sono stati rilasciati tutti gli attivisti. Tra questi i sei italiani, che in serata sono partiti dall'aeroporto di Tel Aviv, diretti verso la Turchia. Una partenza ritardata, come riferisce la Farnesina, dopo "alcune difficoltà per l'imbarco di feriti, soprattutto turchi". Ad Ankara sono già atterrati un primo aereo ambulanza con due dei feriti - un cittadino turco e un irlandese - e, qualche ora più tardi, altri due voli turchi con a bordo 17 feriti.Farnesina: "Israele capace di inchiesta credibile". L'Italia ha votato contro il testo di risoluzione approvato dal Consiglio dell'Onu per i diritti umani perché ritiene Israele "uno Stato democratico e perfettamente in grado di condurre un'inchiesta credibile e indipendente, il che non significa necessariamente internazionale". A puntualizzarlo è stato il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari, il quale ha spiegato che il ministro degli Esteri Franco Frattini è stato uno dei primi a chiedere che vi fosse un'inchiesta credibile e democratica per accertare i fatti. L'Italia, in tal senso, condivide pienamente il testo della dichiarazione approvato ieri mattina dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in cui si chiedeva un'inchiesta "rapida, imparziale, credibile e trasparente". L'Europa politica ha votato in ordine sparso. Fra i paesi Ue attualmente membri del Consiglio, nessun altro ha votato no. Tuttavia Belgio, Ungheria, Slovacchia, Regno Unito e Francia si sono astenuti. "È un clamoroso autogol del governo italiano che avrà serie ripercussioni a livello internazionale - ha detto il portavoce nazionale dell'Idv, on Leoluca Orlando -. È gravissimo". D'accordo con questa posizione il Pd: "Mentre esprimiamo soddisfazione per il rilascio degli attivisti trattenuti in Israele, chiediamo contestualmente al governo di venire a riferire in Parlamento sul voto espresso dall'Italia in sede Onu, a proposito della decisione italiana di votare contro l'istituzione di una commissione internazionale su recente blitz israeliano", ha detto Lapo Pistelli, responsabile relazioni internazionali del Partito Democratico.Posizioni discordanti in Occidente. I dibattiti degli ultimi due giorni hanno fatto emergere deidissensi fra i Paesi occidentali e arabi sulla natura dell'inchiesta. Da parte dell'Unione europea, "si è stimato che bisognava attenersi alla decisione del Consiglio di sicurezza dell'Onu a New York", ha spiegato un diplomatico occidentale. "La differenza è il carattere internazionale o meno del meccanismo", ha sottolineato.L'ambasciatrice americana, Eileen Donahoe, prima del voto ha detto che "la risoluzione crea una missione internazionale prima di dare la possibilità a un governo responsabile di indagare esso stesso su questo incidente e di conseguenza rischia di politicizzare ancora di più una situazione già fragile". La risoluzione prevede anche che i membri incaricati dell'inchiesta siano designati dal presidente del Consiglio dei diritti umani in cui il rapporto di forza è notoriamente a favore dei Paesi musulmani.Manca il consenso unanime. La Francia, da parte sua, ha lamentato l'assenza di un consenso unanime come in sede di Consiglio di sicurezza a New York. "Avremmo voluto che il Consiglio dei diritti umani come il Consiglio di sicurezza si pronunciasse unanimemente in tali circostanze", ha sottolineato l'ambasciatore francese, Jean-Baptiste Mattei. Ma, secondo una fonte diplomatica occidentale, "alcuni gruppi sanno che il rapporto di forza è a loro favore e ne hanno approfittato".Condanna per l'arrembaggio. Invece, i Paesi hanno unanimemente condannato l'arrembaggio israeliano e hanno chiesto la revoca del blocco contro Gaza imposto da Israele dal 2007. Il primo ministro britannico, David Cameron, ha definito 'totalmente inaccettabile' l'episodio e ha aggiunto che è necessario "fare il possibile per far sì che una cosa del genere non accada mai più". Netanyahu: "Flottiglia pericolosa per Israele". Dal canto suo, il premier israeliano Benyamin Netanyahu, è tornato a difendere l'operato dei militari. Quella intercettata in alto mare dai commando israeliani, ha detto, "non era una 'Love Boat', bensì una flottiglia terroristica. Continueremo a difendere i nostri cittadini, è nostro diritto, nostro dovere", ha aggiunto il premier, confermando che il blocco a Gaza sarà mantenuto anche in futuro, malgrado "l'attacco internazionale di ipocrisia" nei confronti di Israele. Se Israele non imponesse il blocco marino, a Gaza "si costituirebbe un porto iraniano", ha detto il premier israeliano che ha spiegato che è per questa ragione che Israele è costretto ad ispezionare tutte le navi dirette alla Striscia. "Sono orgoglioso dei nostri soldati - ha aggiunto -. Hamas continua ad armarsi, continua a contrabbandare armi nella Striscia. Il nostro dovere è impedire questo contrabbando".Abu Mazen chiede a Obama 'decisioni coraggiose'. Dunque, la tensione non si allenta. Il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas), che ha definito il blitz israeliano 'terrorismo di Stato', chiederà al presidente americano Barack Obama "decisioni coraggiose per cambiare il volto del Medio Oriente". Lo ha detto lo stesso Abu Mazen in apertura di una conferenza economica a Betlemme, in Cisgiordania. "Il mio messaggio a Obama durante il nostro incontro a Washington la prossima settimana sarà che noi abbiamo bisogno di decisioni coraggiose per cambiare il volto della regione", ha detto Abu Mazen.Turchia: "Rivedere i rapporti con Israele". Anche la Turchia non intende arretrare sulle proprie posizioni e ha chiesto a gran voce la fine del blocco di Gaza e la punizione di Israele per il sanguinoso assalto alconvoglio navale di attivisti filo-palestinesi. Non solo: è tornata a minacciare l'ormai ex alleato strategico di togliergli una più che ammaccata amicizia e di riconsiderare i rapporti politici, militari ed economici. Riaperto il terminal di Rafah. Nella giornata odierna centinaia di palestinesi hanno attraversato nei due sensi il terminal di Rafah, l'unico punto di passaggio di Gaza non controllato da Israele, riaperto su ordine del presidente egiziano Hosni Mubarak. L'apertura di Rafah, che l'Egitto teneva negli ultimi tempi generalmente chiuso, è stata ordinata ieri dal presidente Mubarak per il transito degli aiuti umanitari e dei malati. Le persone autorizzate ad entrare in Egitto hanno soprattutto bisogno di cure o sono provviste di permessi di soggiorno all'estero. La nave Rachel Corrie fa rotta verso Gaza. Intanto, la Rachel Corrie, nave umanitaria Irlandese, è salpata alla volta di Gaza dove intende consegnare degli aiuti per la popolazione. A bordo anche il Nobel Maired Corrigan-Maguire. Il cargo - che stazza 1.200 tonnellate ed è stato allestito dall'associazione internazionale Free Gaza movement, ha in programma di imbarcare "giornalisti e personalità di spicco, non più di 15 persone tra le quali non si esclude la presenza di cittadini italiani; quindi proseguirà alla volta di Gaza". La decisione della partenza è stata presa dal comandante e dall'equipaggio del cargo nonostante il raid israeliano sulla flottiglia umanitaria al largo di Gaza. Il premier irlandese Brian Cowen ha fatto appello alle autorità israeliane perché permettano ad una nave umanitaria di consegnare un carico di aiuti umanitari nella Striscia.
(02 giugno 2010) http://www.repubblica.it/

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