giovedì 3 giugno 2010


sala da pranzo di kibbutz

Rassegna stampa (cliccare sui titoli x leggere articolo)

La nostra rassegna stampa è tornata purtroppo ai livelli quantitativi del gennaio dell'anno scorso, ben oltre i duecento articoli, e agli stessi toni violentemente antisraeliani. Le parole più frequenti nei titoli che descrivono l'azione israeliana sono "strage" (Roberto F. sul Giorno, pezzo siglato F.Bat. sul Corriere, De Giovanni su Terra, Pentimella su DNews, De Giovannangeli sull'Unità, Marretta su Liberazione, Salerno sul Messaggero, Mauceri sul Secolo XIX, Baquis sulla Stampa) "massacro" (pezzo siglato F.Bat. sul Corriere, Di Marco sul Riformista) e "terrorismo" (Ottaviani sulla Stampa, Bertinetto sull'Unità, Cancrini sull'Unità, Frattini sul Corriere, Ottaviani su Avvenire, Casagrande sul Manifesto, Mirenzi sul Riformista Giampiero sul Fatto, per lo più citando Erdogan), ma si arriva allo "Stato canaglia" di Liberazione, lo "Stato del terrore" del Manifesto, "Israele assassino" ancora sul Manifesto, "atto criminale" attribuito a Grossman su Repubblica. Per non parlare di "raid", "blitz", "assalto", "attacco". C'è tutto un repertorio sulla "stupidità" di Israele, più o meno disgiunta dalla sua "criminalità", in cui si distinguono Moni Ovadia sull'Unità, Yehoshua sulla Stampa, Annunziata ancora sulla Stampa, Gilad Sharon su Repubblica, Amos Oz intervistato dal Corriere, Gad Lerner ancora su Repubblica, Zvi Schulddiner sul Manifesto, Sergio Romano sul Corriere, Bidussa sul Secolo XIX (con un titolo che rivaleggia con i testi di Lerner e Ovadia per rancore antisraeliano "L'alba di un paese senza domani). Nessuno di questi intellettuali, editorialisti, grandi inviati, scrittori hanno fatto lo sforzo di vedere i files che mostrano il tentativo di linciaggio attuato dai passeggeri della nave turca sui marinai israeliani che scendevano dagli elicotteri (se vi interessa lo trovate anche sul Portale dell'Ebraismo Italiano moked.it) né le precisazioni giuridiche fornite dall'ambasciata israeliana che mostrano come il blocco sia una procedura bellica ben presente da secoli nella legge internazionale e come Israele avesse seguito tutte le procedure previste. Poco rilievo ha avuto in questi giornali anche il tentativo di invadere il ghetto di Roma da parte della manifestazione filopalestinese, scongiurato dallo schermo di Polizia. Ne parlano fra l'altro con una forte sottovalutazione il Corriere della sera Roma e L'Unità. Solo in parte Aldo Frignani sembra cogliere il senso simbolico di una manifestazione contro Israele che investe il ghetto, come fu trent'anni fa al tempo dell'uccisione di Stefano Taché.Le sole eccezioni a questa violentissima criminalizzazione si trovano sul "Giornale" (importante l'articolo di Fiamma Nirenstein, da leggere anche l'opinione di Segre, importante l'analisi di Gian Micalessin a proposito del carattere dei "pacifisti coinvolti, utile la cronaca dello scontro di Cottone e quella diplomatica di Marcello Foa), su "Libero" (utilissimo l'articolo di Pezzana, interessante come sempre l'opinione di Panella) sul "Foglio" (da non perdere il pezzo di Meotti), sui giornali del Gruppo Monti ("Carlino, Nazione, Giorno": i commenti di Mezzetti e Arpino). Sulle prospettive internazionali interessante anche l'articolo di Parisi sulla Stampa. Forse non è inutile notare che vi è una divisione molto chiara per linee politiche su questa vicenda: vi è un furioso assalto antisraeliano da parte dei giornali della sinistra più o meno estrema (dal "Manifesto" a "Liberazione" a "Terra" all'"Unità" a "Repubblica") uniti alla voce dell'estrema destra di "Rinascita" e fiancheggiati dai soliti nomi dei nemici di Israele su giornali più centrali nello schieramento politico da Tramballi sul Sole a Salerno sul Messaggero a Romano sul Corriere e anche dai giornali cattolici, "Avvenire" in prima linea. Questa maggioranza sui media si estende (anche questa volta) pure a alcuni organi della grande stampa, come il "Corriere" e la "Stampa". Isolate in difesa di Israele quasi solo le voci della destra.Di tutte le altre notizie, vale la pena di registrare solo il passo indietro di Ettore Bernabei dopo le considerazioni molto sgradevoli sulla "finanza ebraica" rovina dell'Italia, fatte in un'intervista di domenica scorsa al Corriere: lo si trova in una lettera allo stesso Corriere e in un articolo di Avvenire. Ugo Volli,http://www.moked.it/

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