venerdì 18 giugno 2010


università Sde Boker

L'emergenza povertà in Israele


La nuova rivista Emòr (che si pubblica in italiano e inglese) "si impegna a dedicare una costante attenzione a problematiche di carattere umanitario e sociale inerenti sia 'am Israel che altre identità" (secondo le parole della sua redattrice Rosa Banin di Milano). È un impegno particolarmente importante per ognuno di noi, è un invito a non chiuderci in noi stessi, nella nostra carriera, intenti a soddisfare solo i nostri bisogni, ma anzi a guardarci intorno per vedere se possiamo essere di aiuto a qualcuno e allora potremo scoprire facilmente, per esempio, che vi sono "oltre un milione e mezzo di cittadini poveri in Israele" e che "famiglie numerose, anziani e bambini (sono) le categorie più fragili". Scopriremo così che in questo nostro desiderio di dare (latet secondo il nome di una delle organizzazioni filantropiche) non siamo soli, ma che vi sono varie organizzazioni che si propongono di aiutare.Per esempio l'organizzazione Yad Ezra veShulamit è stata fondata soprattutto per assistere "orfani, vedove, madri single, famiglie numerose, tutti accomunati da gravi difficoltà finanziarie"; con la collaborazione di centinaia di volontari vengono distribuite a Jerushalaim e in altre città pacchi di cibo e vengono gestite mense pubbliche nelle quali "un migliaio fra donne, uomini e bambini possono ricevere il loro unico pasto caldo della giornata". Questa parte di Emòr si chiude con una Postfazione di Maurizio Picciotto sulla Mitzvà della Zedakà e i suoi otto livelli come descritti dal Maimonide. Specialmente nei nostri momenti di tristezza, di senso di solitudine potremo trovare conforto nell'aiutare chi ha bisogno del nostro aiuto (per esempio all'indirizzo www.yadezra.net). Si legge nei Racconti Chassidici sulla Torà raccolti dal Rav Zevin (Gerusalemme, 1956): "Raccontano i Chassidim che un rabbino si recò un giorno dal giusto Rabbi Avraham di Satritin: 'Ho sentito dire che sua eccellenza ha la possibilità di dare un rimedio che permetta di conquistare il timore di D-o'. Gli rispose il giusto: 'Per il timor di D-o non ho alcun rimedio; posseggo un rimedio solo per l'amor di D-o'. Gli disse il rabbino: 'Oh, di questo ho ancor più bisogno; l'amore di D-o è più importante del timore di D-o.; dammi subito, ti prego, questo rimedio'. Gli rispose il giusto: 'Il gran rimedio per arrivare all'amore di D-o è amare il prossimo; chi ha il cuore pervaso dall'amore per Israele, può arrivare facilmente ad ottenere l'amore di D-o...".Alfredo Mordechai Rabello, giurista, Università Ebraica di Gerusalemme, http://www.moked.it/


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