martedì 7 settembre 2010


6 settembre 1972 - Massacro di Monaco: alcuni atleti e allenatori Israeliani vengono uccisi

quando la polizia tedesca assale i membri di Settembre Nero, in un fallito tentativo di liberare gli ostaggi.Il Massacro di Monaco avvenne durante le Olimpiadi estive del 1972,a Monaco di Baviera (Germania);un commando di guerriglieri dell'organizzazione palestinese Settembre Nero fece irruzione negli alloggi israeliani del villaggio olimpico,uccidendo subito due atleti che avevano tentato di opporre resistenza e prendendo in ostaggio altri nove membri della squadra olimpica di Israele.Un tentativo di liberazione compiuto dalla polizia tedesca portò alla morte di tutti gli atleti sequestrati, di cinque fedayyin e di un poliziotto tedesco.I giochi olimpici di Monaco si erano sviluppati con la convinzione che essi dovessero ridare lustro all'immagine della Germania del dopoguerra. In un'atmosfera di rilassatezza e di gioia connaturata all'evento, fu deciso di mantenere la sicurezza a livelli molto bassi per non ingenerare ricordi legati alla Germania hitleriana. La sorveglianza del villaggio era affidata a volontari chiamati col nomignolo di "Olys" nelle loro divise bianche e blu, equipaggiati solo con una radio ricetrasmittente e addestrati solo a intervenire in caso di risse, ubriachezza o poco più.Gli Olys erano anche stati addestrati a chiudere un occhio sullo scavalcamento delle recinzioni del villaggio, effettuato dagli atleti che trovavano faticoso passare dal check point o che tiravano tardi la notte. Nulla, in pratica avrebbe dovuto turbare l'atmosfera informale e gioiosa delle Olimpiadi di Monaco.Quella stessa sera, una buona parte della delegazione israeliana si era recata in città per assistere ad una commedia musicale. Verso le 4 del mattino il commando di terroristi si avvicinò alla recinzione del villaggio olimpico. In quel momento spuntò dalla strada un gruppo di atleti americani, un po' alticci dopo aver trascorso la notte nei locali di Monaco. Credendo di trovarsi di fronte altri atleti, gli americani scherzando e ridendo aiutarono i terroristi a scavalcare la recinzione con le borse contenenti le armi.Il commando si mosse velocemente e prese tutti gli ostaggi.Yossef Romano (che camminava con l'ausilio di stampelle, essendosi infortunato ad un legamento del ginocchio durante la sua gara) abbia provato a togliere di mano un fucile a un terrorista. Forse fu ucciso all'istante da una raffica di mitra, anche se rimane il sospetto (non confermato) che sia stato solo ferito e poi successivamente torturato a morte, addirittura evirato. Il giorno seguente, Romano sarebbe dovuto tornare in Israele per sottoporsi ad un esame e ad un'operazione al ginocchio. Il suo corpo fu posto di fronte agli ostaggi israeliani legati, come monito a non tentare sortite.Alle 5:08 due fogli di carta furono gettati dal balcone del primo piano e raccolti da un poliziotto tedesco: si richiedeva la liberazione di 234 detenuti nelle carceri israeliane e dei terroristi tedeschi Andreas Baader e Ulrike Meinhof, detenuti in Germania. L'ordine avrebbe dovuto essere eseguito entro le 9:00 del mattino. In caso contrario, Issa (che aveva assunto il ruolo di negoziatore) minacciò che sarebbe stato ucciso un ostaggio per ogni ora di ritardo e che i cadaveri sarebbero stati gettati per strada. Alle 8:15 era in programma ai Giochi olimpici una gara di equitazione che si svolse regolarmente. Il Presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Michael Morris Killanin, fu informato dell'accaduto ma decise che le Olimpiadi non si sarebbero dovute fermare. Nel frattempo, il nuotatore ebreo americano Mark Spitz, vincitore di sette medaglie d'oro, veniva prelevato dalla Polizia e rimpatriato negli Stati Uniti d'America, nel timore che potesse costituire un obiettivo per i terroristi.il programma delle Olimpiadi andava avanti, nonostante si fosse ormai diffusa in tutto il mondo la notizia dell'azione del commando. In un primo momento, le uniche concessioni del Comitato Olimpico Internazionale riguardarono l'organizzazione di una cerimonia di commemorazione per i due atleti uccisi. Nel tardo pomeriggio, grazie anche alla pressione esercitata dalle manifestazioni che avvenivano in tutto il mondo, si decise di sospendere i Giochi. Il villaggio olimpico fu subito assediato da giornalisti, cameramen e curiosi. La TV seguiva in diretta gli avvenimenti con una telecamera fissa puntata sul numero 31 di Connollystrasse.L'ultimatum fu spostato alle 15:00 e successivamente alle 17:00. I terroristi sapevano bene che in tal modo l'audience televisiva sarebbe aumentata, fornendo loro un formidabile strumento di propaganda. Verso le ore 16:00 fu deciso di dare il via ad un tentativo di soccorso: un nucleo di tredici agenti di Polizia si sarebbe introdotto nell'appartamento utilizzando i condotti di ventilazione posti sul tetto dell'edificio. L'intera operazione fu ripresa in diretta dalle telecamere, ma anche i terroristi all'interno dell'appartamento stavano osservando la TV e minacciarono di uccidere gli ostaggi immediatamente. L'intera operazione fu quindi annullata. Nel frattempo il villaggio olimpico era ormai pieno di curiosi che cercavano di avvicinarsi il più possibile alla palazzina israeliana. Alcune persone manifestavano portando cartelli che chiedevano la sospensione delle Olimpiadi.Poco prima delle 17:00 i terroristi avanzarono una nuova richiesta: volevano essere trasferiti assieme agli ostaggi al Cairo e da lì proseguire le trattative. Le Autorità tedesche chiesero di potersi prima sincerare delle condizioni degli ostaggi e del loro assenso a proseguire per il Cairo. Kehat Shorr e André Spitzer si affacciarono alla finestra del secondo piano mentre un terrorista li teneva sotto tiro. Spitzer, che conosceva il tedesco, riuscì a parlare per circa un paio di minuti prima di essere colpito alla testa col calcio di un fucile e riportato dentro.verso le 20:20 Brandt riuscì a parlare col Primo Ministro egiziano Aziz Sidky che negò l'assenso del suo Governo all'operazione. Issa pose un estremo ultimatum per le ore 21:00, rinnovando la minaccia dell'uccisione di un ostaggio per ciascuna ora di ritardo.Si decise allora di esperire gli ultimi tentativi per salvare gli ostaggi: i terroristi e gli ostaggi avrebbero raggiunto un piazzale del villaggio olimpico e da lì sarebbero saliti su due elicotteri per dirigersi all'aeroporto. Lì avrebbero trovato un Boeing 727 della Lufthansa che li avrebbe portati al Cairo. I terroristi avrebbero voluto dirigersi all'aeroporto internazionale di Riem, ma i negoziatori riuscirono a convincerli del fatto che l'aeroporto di Fürstenfeldbruck avrebbe rappresentato una scelta migliore. Le intenzioni dell'unità di crisi consistevano nel tentare di uccidere i terroristi mentre percorrevano a piedi il tragitto verso gli elicotteri oppure, di compiere un'azione all'interno dell'aeroporto. La prima ipotesi fu abbandonata quando Issa, sospettando un agguato, richiese che il trasferimento verso il piazzale avvenisse con un minibus. Alle 22:10 il gruppo lasciò l'edificio e subito dopo salì su due elicotteri Bell UH-1 Iroquois.All'interno dell'aereo era stata posizionata una squadra della Polizia tedesca travestita con uniformi di volo della Lufthansa. All'esterno, intorno alla pista e sulla torre di controllo erano posizionati cinque agenti con fucili di precisione che avrebbero dovuto uccidere i terroristi. Come rinforzi, il piano prevedeva l'utilizzo di un'ulteriore squadra di Polizia che sarebbe giunta sul posto a bordo di un altro elicottero e altre squadre a bordo di veicoli blindati.
Pochi minuti prima che gli elicotteri con gli ostaggi atterrassero, la squadra di Polizia posizionata all'interno dell'aereo valutò la possibilità di annullare l'azione. Alcuni agenti fecero notare che uno scontro a fuoco all'interno di un aereo pieno di carburante e privo di vie d'uscita avrebbe rappresentato la morte sicura. In più, le false uniformi della Lufthansa erano incomplete e male assemblate. Il comandante della squadra decise di sottoporre a votazione la permanenza all'interno del velivolo e tutti i membri della squadra votarono per l'annullamento della missione. Gli agenti uscirono dall'aereo mentre gli elicotteri con gli ostaggi volteggiavano attorno all'aeroporto.Verso le 22:35 gli elicotteri con gli ostaggi atterrarono all'aeroporto. Immediatamente scesero i quattro piloti e sei terroristi. 'Isa e Tony, già insospettiti dal ritardo nel trasferimento, si recarono immediatamente a ispezionare l'aereo mentre i quattro piloti venivano tenuti sotto tiro, con le mani sulla testa. Non appena si accorsero che l'aereo era vuoto, compresero che si trattava di una trappola e tornarono di corsa agli elicotteri. Fu a quel punto che Wolf dette ordine di aprire il fuoco. Erano all'incirca le 23:00. Le luci che erano state posizionate per illuminare a giorno l'area si accesero e gli agenti cominciarono a sparare. Il poliziotto che era posizionato accanto a Wolf mancò il primo colpo, ma riuscì a ferire Tony alla gamba al secondo tentativo. I piloti degli elicotteri si dettero alla fuga mentre Issa correva a zig zag verso gli ostaggi schivando i colpi. Immediatamente furono colpiti a morte Paolo e Abu Halla. I terroristi superstiti presero di mira i fari, posizionandosi dietro e sotto gli elicotteri. In questa circostanza, un colpo mortale raggiunse l'agente Anton Fliegerbauer. Seguì un fitto scambio di colpi per circa un'ora. Gli ostaggi, che nel frattempo erano rimasti legati all'interno degli elicotteri, provarono a liberarsi mordendo le corde. L'elicottero che trasportava la squadra dei rinforzi atterrò, per cause ignote, sull'altro lato della pista, a più di un chilometro di distanza dal luogo della sparatoria e gli agenti non entrarono mai in azione. Nel frattempo, tutta l'area adiacente all'aeroporto e le vie d'accesso erano state occupate da giornalisti e curiosi. Questa circostanza aveva fatto sì che i veicoli corazzati che dovevano servire da rinforzo rimanessero coinvolti nel traffico. Inoltre, uno dei veicoli a causa di un errore si diresse verso l'aeroporto internazionale di Riem, situato dall'altra parte della città. Quando il conducente apprese che il teatro dell'azione era a Fürstenfeldbruck, inchiodò con i freni, causando un massiccio tamponamento a catena. Zamir e Cohen, in un ultimo disperato tentativo, presero un megafono e provarono a intimare ai terroristi di arrendersi. I terroristi risposero sparando contro di loro una raffica di mitra. Ormai era troppo tardi per negoziare. I veicoli corazzati giunsero all'aeroporto poco prima della mezzanotte del 6 settembre e si decise di farli subito entrare in azione. Vistisi perduti, i terroristi decisero di uccidere gli ostaggi. Alle 00:04 uno dei terroristi, probabilmente Issa, svuotò un intero caricatore all'interno di un elicottero uccidendo Ze'ev Friedman, Eliezer Halfin, Yakov Springer e ferendo ad una gamba David Berger. Subito dopo, lo stesso terrorista lanciò una bomba a mano nel velivolo che fu avvolto dalle fiamme. Issa si allontanò dall'elicottero assieme a Salah, sparando all'impazzata in direzione degli agenti ed entrambi furono uccisi. Il poliziotto che si trovava nella linea di tiro dei colleghi riuscì a sparare in tutta l'azione un solo colpo con il quale uccise Salah. Ma i suoi colleghi, avendolo scambiato per un terrorista, spararono contro di lui ferendolo. Anche un pilota, Ganner Ebel, rimase ferito dai colpi sparati dagli agenti. La dinamica relativa agli ostaggi dell'altro elicottero non è accertata, ma a quanto pare il terrorista conosciuto come Denawi, subito dopo l'esplosione, sparò all'interno del velivolo uccidendo Yossef Gutfreund, Amitzur Shapira, Kehat Shorr, Mark Slavin e André Spitzer.Rimanevano quattro terroristi: Samir e Badran si finsero morti e furono catturati dalla Polizia. Samir era ferito al polso destro, mentre Badran era stato raggiunto alla gamba. Denawi fu catturato completamente illeso. Tony fu localizzato da una pattuglia con l'ausilio di cani poliziotto mentre si nascondeva nei pressi di un vagone ferroviario situato lì vicino. La Polizia provò a farlo uscire utilizzando gas lacrimogeni, ma fu ucciso dopo un breve conflitto a fuoco. Alle ore 1:30 del 6 settembre 1972 era tutto finito.Mentre ancora la sparatoria era in corso, fu diffuso un comunicato che annunciava la liberazione di tutti gli ostaggi e l'uccisione dei terroristi. Per motivi di fuso orario, i giornali israeliani andarono in stampa con questa notizia. Successivamente un incaricato del Comitato Olimpico Internazionale annunciò che: "Le notizie iniziali erano sin troppo ottimistiche". La notizia ufficiale fu diramata dal conduttore dei programmi sportivi della rete televisiva americana ABC, Jim McKay, in questo modo:"Abbiamo appena ricevuto le ultime notizie. Quando ero bambino, mio padre mi diceva che raramente le nostre speranze più belle e le nostre paure più grandi si avverano. Questa notte le nostre paure più grandi sono divenute realtà. Ci hanno comunicato in questo momento che gli ostaggi erano undici. Due di loro sono stati uccisi nelle loro stanze ieri mattina, gli altri nove sono stati uccisi questa notte all'aeroporto. Sono tutti morti".Le Olimpiadi non si fermarono e fu solo organizzata una cerimonia di commemorazione nello Stadio Olimpico alla presenza di 80.000 persone e 3.000 atleti. Durante la cerimonia, Carmel Eliash, una cugina di Moshe Weinberg morì a seguito di un attacco cardiaco. Il Comitato Olimpico Internazionale propose di mettere le bandiere delle Nazioni partecipanti a mezz'asta. La disposizione fu osservata da tutti i Paesi, inclusa la Giordania, ad eccezione dei rimanenti Stati arabi e dell'Unione Sovietica. L'autopsia effettuata sui cadaveri degli atleti si rivelò impossibile nel caso di Eliezer Halfin e Yakov Springer poiché i cadaveri erano carbonizzati. 6 settembre 2010, http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/

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