domenica 26 settembre 2010


Meir Shalev protagonista al Festival di letteratura ebraica

Sarà lo scrittore Meir Shalev il grande protagonista della terza edizione del Festival Internazionale di Letteratura Ebraica che si svolgerà alla Casa dell’Architettura di Roma dal 9 al 13 ottobre. In attesa di conoscere il programma completo della manifestazione, organizzata come nelle precedenti edizioni da Shulim Vogelmann, Raffaella Spizzichino e Ariela Piattelli, questa è la prima indiscrezione che trapela. Nato nel 1948 agli albori dello Stato di Israele, lo scrittore è uno dei principali esponenti della letteratura israeliana contemporanea, filone che negli ultimi tempi ha riscosso un crescente apprezzamento tra i lettori italiani. Shalev nasce e trascorre la sua infanzia nel moshav di Nahalal. In seguito si trasferisce a Gerusalemme, dove studia psicologia alla Hebrew University. La sua carriera inizia come presentatore di sketch comici alla televisione e alla radio, mentre il debutto editoriale risale al 1988 con il romanzo La montagna blu. Autore di numerosi libri per bambini e volumi di saggistica, per molti anni Shalev ha firmato una rubrica settimanale sul quotidiano Yediot Ahronot in cui commentava con sarcasmo le vicende della politica e della società israeliana. I suoi libri, vincitori di prestigiosi riconoscimenti tra cui il Benner Prize (il più importante premio letterario di Israele) e il Premio ADEI WIZO, sono stati tradotti in oltre venti lingue. Con il suo romanzo di maggior successo, Il ragazzo e la colomba (in Italia edito da Frassinelli e tradotto da Elena Loewenthal), ci porta in una dimensione quasi aliena alla nostra contemporaneità, una dimensione ricca di sentimento e semplicità, un inno di struggente bellezza alla natura e alla normalità di Israele che emerge pagina dopo pagina grazie alla straordinaria profondità descrittiva che è gli è propria, in parte eriditata dal padre, di professione poeta. Divoratore di midrashim e testi biblici, in Shalev manca l'impegno pubblico dei connazionali e colleghi Oz e Yehoshua perchè, come spiega a Claudia Rosenzweig che l'ha recentemente intervistato, "non vivo esclusivamente una vita politica dalla mattina alla sera".Nel corso del Festival ampio spazio verrà dedicato anche alla figura di Carlo Michelstaedter, il celebre filosofo, scrittore e letterato goriziano che si tolse la vita ad appena ventitré anni e di cui ricorre nel prossimo ottobre il centenario della morte. Ad animare il dibattito su Michelstaedter, una delle personalità più affascinanti della cultura ebraica dei primi anni del Novecento, saranno il noto accademico e critico letterario Sergio Campailla (intervistato da Rossella Tercatin sull'ultimo numero di Pagine Ebraiche) e il rabbino Benedetto Carucci Viterbi. In programma inoltre un viaggio nella mistica ebraica con Yarona Pinhas e un dialogo sull'umorismo con Daniel Vogelmann, storico editore della Giuntina che ha recentemente pubblicato un libro con le sue migliori barzellette ebraiche, Enrico Vanzina e Bruno Gambarotta.Adam Smulevich, http://www.moked.it/

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