domenica 17 ottobre 2010
Inter-Tottenham: stelle di David vietate sugli spalti?
Ha creato un caso mediatico l’invito a non portare simboli ebraici allo stadio rivolto dai dirigenti del Tottenham ai propri tifosi in vista del match di mercoledì sera in casa dell’Inter valevole per il girone eliminatorio di Champions League: il timore è che possano verificarsi scontri con le frange più estreme del tifo nerazzurro, politicamente orientate verso la destra estrema. E ha fatto ancora più scalpore il fatto (gli interessati smentiscono ma a loro volta sono smentiti da Londra) che dalla Questura di Milano sia stato comunicato agli Spurs che i suddetti simboli, se portati in Italia, verranno bloccati e sequestrati dalla polizia agli ingressi del Meazza. “Police authorities have advised that those flags will not be allowed access and may be confiscated”, si legge sul sito ufficiale del club londinese, che al pari degli olandesi dell’Ajax è universalmente riconosciuto come un club di matrice ebraica. I suoi supporter d’altronde non hanno mai fatto niente per nascondere una certa affinità con l’ebraismo tanto da portare con orgoglio il soprannome di Yids e sventolare ogni domenica numerose bandiere con la stella di David. Ma tra qualche giorno forse non potranno farlo: così, mentre la vicenda dei simboli ebraici banditi dal Meazza finisce su tutti i giornali nazionali a distanza di pochi giorni dallo sventolio di vessilli neonazisti e dal falò della bandiera del Kosovo per mano di Ivan il tatuato e dei suoi bravi in quel di Genova, la polemica monta. Tra i primi a intervenire Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, che sulle colonne del Giornale si è rammaricato perchè in questo modo “si finisce per paragonare la bandiera di David a quella dei simboli vietati per legge”. “La legge in materia – continua il leader degli ebrei della Capitale – vieta la proposizione di simboli, come per esempio la svastica, che offendono il sentire comune. Ma che c’entra la svastica? Premesso che quando parliamo di ordine pubblico dobbiamo tutti attenerci alle disposizioni, in questo caso, fatto salva la buona fede alla base del provvedimento, sembra strano che non si possa esporre un vessillo che richiama un paese democratico. Così paradossalmente, si potrebbe finire di vietare la bandiera Usa per i presunti “crimini” in Irak o quella italiana per l’impegno in Afghanistan. E poi, la disposizione vale solo per i tifosi del Tottenham o anche per quelli dell’Inter? E che succederebbe se un tifoso dell’Inter, ebreo o no, innalzasse quella bandiera? Gliela toglierebbero?”. Sbalordito Vittorio Pavoncello, presidente del Maccabi Italia, che ricorda la lunga tradizione ebraica degli Spurs. “Mi sembra assurdo – dice al Corriere dello Sport – perché le bandiere con la stella di David sono uno dei simboli del Tottenham da quando è nata la squadra. Casomai da vietare sono quelli che insultano quei simboli”. Anche il deputato del Pd Emanuele Fiano è intervenuto sulla vicenda, sollecitando il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi a fare chiarezza sui fatti: stelle di David vietate oppure no? Il prefetto ha smentito l’esistenza di alcuna disposizione in merito anche se i dubbi restano visto che in casa Tottenham hanno confermato parola per parola quanto pubblicato sul sito ufficiale. In attesa di capire come evolveranno i fatti arriva da Venezia la proposta di Amos Luzzatto, presidente della Comunità ebraica lagunare ed ex presidente UCEI, che intervistato da Giacomo Galeazzi sulla Stampa, suggerisce di vietare qualsiasi tipo di bandiera negli stadi. “Una partita di calcio – dice il presidente Luzzatto – è uno spettacolo al pari di un concerto di musica classica. A teatro non si sventola una bandiera danese perché chi esegue Beethoven viene dalla Danimarca. Per scongiurare stravolgimenti di senso terrei fuori dalle curve la bandiera con le stella a sei punte come qualunque altra. Come i simboli nazisti, le croci uncinate, i vessilli che inneggiano a un regime sterminatore”. Andare a vedere l’Inter o la Juve, conclude Luzzatto, “non deve essere come partecipare alla disfida di Barletta. In linea di principio la politica e le contrapposizioni ideologiche non hanno collegamenti con lo sport. Chi gradisce uno spettacolo applaude gli esecutori, non spezza il pubblico in opposte fazioni come in guerra”. Adam Smulevich, http://moked.it/
Etichette:
Abbiamo scelto.....
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento