giovedì 7 ottobre 2010
Mar Morto
Italiani in Israele
Cara Letizia,stavo cercando informazioni sul bilinguismo e sono finita sul tuo sito, effettivamente mi sta aiutando molto nella mia nuova sfida.Sono figlia di un italiano e di un’olandese poliglotta; sono nata in Italia imparando l’italiano scorretto di mia mamma e sfortunatamente nessuna delle altre lingue. Ma fin dalla tenera età ho viaggiato molto con la mia famiglia visitando in vari paesi d’Europa la mia famiglia sparsa qua e là e ora vivo in Israele. Sono stata quindi sottoposta all’ascolto di molte lingue che ho imparato a scuola negli anni successivi. Con poche difficoltà devo dire.All’età di 19 anni parlavo correttamente 4 lingue; mi sono trasferita a Londra, in seguito in Messico e tornata in Italia ho cominciato a studiare il portoghese.Con ognuna delle lingue ho un rapporto diverso; l’inglese è sempre rimasta la lingua con la quale ho comunicato maggiormente in tutti i lavori che ho fatto e negli studi universitari; il francese è una lingua che leggo volentieri ogni qual volta mi si prospetta un’occasione; lo spagnolo è una lingua che mi piace ascoltare e leggere; il portoghese rimane per il momento ristretto alla musica e sfortunatamente il tedesco è la lingua che ho perso. Riesco ancora a comunicare ma generalmente non la menziono più come una delle lingue che conosco.Da un paio di anni vivo con una certa irregolarità in Israele. Ho studiato per 6 mesi in una scuola per avere una certa base grammaticale e imparare a leggere e scrivere e adesso riesco a capire molto nelle conversazioni che ascolto, leggo con una certa difficoltà ma ancora mi esprimo poco.Questo lungo preambolo è stato necessario per parlare di L., il mio bambino. Lui ha 4 mesi e mi sto chiedendo come procedere nella sua educazione linguistica. L’idea primaria era che io avrei parlato italiano, il mio compagno in ebraico e lui passivamente avrebbe imparato l’inglese che è ancora la lingua con la quale comunichiamo in casa. In realtà facciamo un mix delle tre lingue ma ci stiamo sforzando di non farlo.La domanda che vorrei porvi è la seguente: ritenete necessario che io insegni l’inglese a L., o semplicemente devo lasciare che lui lo assimili dall’ascolto della nostra vita quotidiana?Oppure dovrei sforzarmi di indirizzare la nostra vita quotidiana verso l’italiano, che il mio compagno parla, un po’ zoppicante.Ha letto il consiglio di dedicare un momento durante la giornata alla seconda lingua, un’ora in cui poter giocare e cantare in inglese.Penso che questo possa giovare sicuramente a L. ma ho paura che dovrei solo focalizzarmi sull’italiano essendo la lingua minoritaria che ascolta soltanto da me.Sono confusa e vorrei molto aiutarlo ad essere predisposto per le lingue, per poterne imparare in seguito altre, soprattutto l’arabo, lingua fondamentale nel Medio Oriente.La mia confusione nasce anche dalle mie aspettative, che a volte penso di non dover avere e lasciare semplicemente che lui scelga le sua predisposizioni.Quanto dobbiamo introdurre nella vita dei nostri figli e pensare al loro futuro?Rileggendo la mia e-mail mi sono resa conto che ho omesso il fatto che non vorrei incappare nell’errore di mia mamma. Lei non mi ha mai insegnato l’olandese essendo lei sola a parlarlo e per difficoltà logistiche ha preferito parlarmi sempre in italiano (la lingua che si usava in casa).Grazie della vostra attenzione!Natalie. http://bilinguepergioco.com/
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2 commenti:
Chicca,
non è una bella cosa copiare i post di un altro blog, non è corretto, ed è anche controproducente...
L.
Cara Letizia, penso che sia la L per questo nome, è vero che ho "copiato" dal tuo blog, ma ho messo chiaramente da dove l'avevo preso. Non ho mai fatto nessun "furto"!!! Mi occupo di informazione da quasi 30 anni e so bene come muovermi in questo campo. Mi spiace che tu te la sia presa, ma io sono stata corretta.....la fonte è riportata in ogni post del mio blog. Buon lavoro Chicca
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