L'ex nunzio in Libano, monsignor Edmond Farhat ha pronunciato al Sinodo un intervento in cui definisce Israele “un corpo estraneo” nel Medio oriente, “non assimilato”.
MARCO TOSATTI,17/10/2010, http://www.lastampa.it/
L'ex nunzio in Libano, monsignor Edmond Farhat ha pronunciato al Sinodo un intervento in cui definisce Israele “un corpo estraneo” nel Medio oriente, “non assimilato”. Ecco alcune delle parti più significative del suo intervento. “Il passato recente ci ha fatto vivere grandi prove di fede che il Documento (lo Strumento di Lavoro del Sinodo, n.d.r.)non esita a definire come «la mancata risoluzione del conflitto israelo-palestinese, il non rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, l'egoismo delle grandi potenze» con tutte le loro conseguenze negative come l'emigrazione e lo scoramento. La situazione del Medio Oriente oggi è come un organo vivente che ha subito un trapianto che non riesce ad assimilare e che non ha avuto specialisti che lo curassero. Come ultima risorsa l'Oriente arabo musulmano ha guardato alla Chiesa credendo, come dentro di sé pensa, che sia capace di ottenergli giustizia. Non è stato così. È deluso, ha paura. La sua fiducia si è trasformata in frustrazione. È caduto in una crisi profonda. Il corpo estraneo, non assimilato, lo corrode e gli impedisce di occuparsi del suo stato generale e del suo sviluppo”. Il Medio Oriente musulmano, dice Farhat nella sua schiacciante maggioranza è in crisi. “Non può farsi giustizia. Non trova alleati né sul piano umano né sul piano politico, meno ancora sul piano scientifico. È frustrato. Si rivolta. La sua frustrazione ha avuto come effetto le rivoluzioni, il radicalismo, le guerre, il terrore e l'appello (da'wat) al ritorno agli insegnamenti radicali (salafiyyah). Volendo farsi giustizia da solo il radicalismo ricorre alla violenza. Crede di fare più scalpore se si attacca ai corpi costituiti. Il più accessibile e il più fragile è la Chiesa. Non conoscendo la nozione di gratuità, esso accusa i cristiani di avere dei pensieri nascosti di proselitismo, di essere complici delle potenze imperialiste”. E’ per questo, afferma Farhat, che “dall'Iraq alla Turchia, al Pakistan fino all'India, le vittime si sono moltiplicate. Si tratta sempre di innocenti e di servitori volontari: monsignor Luigi Padovese e don Andrea Santoro in Turchia, l'avvocato assassinato con la sua famiglia in Pakistan, monsignor Claverie e i religiosi e le religiose in Algeria, i sacerdoti, i religiosi e i fedeli innocenti, assassinati durante la guerra del Libano. Si tratta di facili prede”. Per la Chiesa, di conseguenza, “è il momento della purificazione”; ma deve continuare la sua missione. “Si tratta di parlare non solo di Dio Onnipotente, ma anche di Gesù Cristo suo Figlio, in arabo…Oggi, la Chiesa subisce ingiustizie e calunnie”, e “la Chiesa in Medio Oriente vive in questo momento la sua Via Crucis e la sua via di purificazione che porta al rinnovamento, alla risurrezione. Le sofferenze e le angosce del presente sono i gemiti di una nuova nascita. Se durano è perché questo genere di demoni che tormentano la nostra società si scacciano solo con la preghiera. Forse non abbiamo ancora pregato abbastanza”!
1 commento:
La chiesa in medioriente vive quello che i mussulmani le lasciano vivere vale a dire NIENTE!!!
er
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