venerdì 15 ottobre 2010


Zubin Mehta: 50 anni d'amicizia con Israele

Il direttore d'orchestra indiano guarda anche al futuro e indica le 5 bacchette emergenti
TEL AVIV - Zubin Mehta non ha dubbi. ''Se domani scoppiasse la guerra in Israele, e io mi trovassi altrove, prenderei il primo aereo per Tel Aviv''. Le parole del celebre direttore d'orchestra indiano non sono chiacchiere vane, e fanno premio anche sul giudizio - largamente negativo - che non esita a esprimere sul governo attuale: la lunga amicizia tra lui e lo Stato ebraico, soprattutto con la Filarmonica israeliana, dura ormai da mezzo secolo ed e' stata cementata proprio dai molti conflitti che in questi decenni hanno segnato la storia del Medio Oriente.''Nel '67 - racconta il maestro all'ANSA, a margine di un concerto che da' in qualche modo il via alle celebrazioni di questo cinquantesimo anniversario -, mentre ero a Portorico per un festival, seppi che chi avrebbe dovuto condurre la Filarmonica di Tel Aviv, impaurito dalla prospettiva del conflitto imminente, era scappato, lasciando l'orchestra nei guai. Io non avevo una posizione politica, ma decisi di cambiare i miei programmi per aiutare i musicisti''.
Fu un momento chiave, mai dimenticato dagli israeliani, del suo rapporto con l'allora ventenne Paese del sionismo: cominciato del resto qualche anno prima, in giovanissima eta'. Mehta, in quel 1967, arrivo' a Tel Aviv con un cargo della El Al, la compagnia di bandiera israeliana; in seguito, gli avrebbero detto che le casse sulle quali si era accovacciato erano cariche di materiale esplosivo. Gli aerei presi da Zubin Mehta per venire a dare sostegno alla Filarmonica israeliana in momenti critici della sua storia, e della storia d'Israele, sono stati molti: nel '67, appunto, poi nel '73 (guerra del Kippur) e nel '91 (prima guerra del Golfo).''Nel '68 - prosegue sul filo dei ricordi - il sindaco di Gerusalemme del tempo, Teddy Koelleck, mi propose di condurre un concerto a Betlemme. Mi avviso' che il rischio di attentati era alto, e aggiunse: per favore, se senti degli spari continua a dirigere, perche' se scappi tu sara' il panico generale''. Il maestro tuttavia minimizza: ''Non ho fatto niente di speciale. Quella che si e' appena aperta e' la mia 50esima stagione con la Filarmonica di Tel Aviv, ho iniziato a 25 anni e quest'orchestra e' come la mia famiglia. Nei momenti difficili devo esserci''.Per ribadire che la musica e' piu' forte della guerra, ma anche per un dovere di amicizia. Un dovere che Mehta sente con forza, a dispetto della sua stessa opinione sul governo israeliano in carica. ''Non mi piace e non ne condivido le scelte'', taglia corto sull'argomento, riservando in particolare un giudizio caustico sul ministro degli Esteri (e tribuno della destra radicale), Avigdor Lieberman: ''Una vergogna - dice - che mette in imbarazzo il Paese di continuo''.''Anche in Italia - aggiunge - avete d'altronde qualche problema. I tagli alla cultura decisi dal vostro governo sono spaventosi, i migliori talenti scapperanno in Germania''. Tornando a Israele, Mehta si mostra attento (e un po' inquieto) rispetto ai mutamenti in corso: ''In questi 50 anni il Paese e' cambiato molto: si e' lasciato alle spalle l'ideologia del kibbutz, e' arrivata una nuova ondata di immigrati, che ha spostato gli equilibri politici, e poi c'e' la generazione dell'hi-tech. I giovani sono rampanti, vogliono fare soldi. Non vanno in direzione delle arti, ma verso le banche e le nuove tecnologie''.''Non che questo sia un male - sospira - pero'...''. Il direttore indiano in ogni modo non si arrende. E non si ferma. Oggi, da queste parti, gestisce due scuole di musica per studenti arabo-israeliani e organizza concerti in cui ''israeliani ebrei e arabi siedono fianco a fianco per due ore, ascoltando la musica''. '' A me sembra - conclude - che non ci sia niente di piu' sano''.MEHTA GUARDA A FUTURO, 5 LE BACCHETTE EMERGENTI - Una ''nuova generazione di direttori d'orchestra di grande talento si sta affacciando sul podio'' in giro per il mondo: parola di Zubin Mehta. E fra le bacchette 'in erba' da tenere d'occhio, il celebre direttore d'orchestra indiano, intervistato dall'ANSA a Tel Aviv, si dice pronto a scommettere su almeno cinque nomi. Eccone i profili. - Vasily Petrenko (Russia), 34 anni. E' stato il piu' giovane direttore d'orchestra a condurre la Royal Liverpool Philharmonic. Il settimanale britannico The Observer lo ha definito ''la rivoluzione russa''. - Andris Nelsons (Lettonia) e' nato a Riga nel '78. Di recente ha lavorato con la Royal Opera House Covent Garden di New York e con la Wiener Staatsoper, considerata da molti l'orchestra piu' importante d'Europa. Le copertine dedicategli da giornali di tutto il mondo (anche in virtu' del suo aspetto) non si contano. - Gustavo Dudamel (Venezuela), classe '81. Attuale direttore dell'orchestra sinfonica di Goteborg, dell'orchestra nazionale del Venezuela, della Filarmonica di Los Angeles. Nel 2009 e' stato inserito dal Time magazine nella lista dei 100 personaggi giovani piu' influenti al mondo. - Omer Wellber (Israele). Nato anche lui nel 1981, allievo di Daniel Baremboin. Nel 2010 e' stato nominato successore di un mostro sacro come Lorin Maazel, fondatore e direttore musicale della Orquesta de la Comunitat Valenciana. - Ryan McAdams (Usa). Il piu' giovane dei cinque, essendo nato nel 1982. Il New York Times ha definito il suo modo di condurre ''elettrizzante'', ''essenziale'', ''da lasciare senza fiato''. Lo scorso febbraio ha debuttato in Italia tra le ovazioni, dirigendo - proprio sotto l'ala protettrice di Mehta - l'orchestra del Maggio Musicale fiorentino.http://www.ansa.it/, 12 ottobre

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