lunedì 6 dicembre 2010
moses hess
Anna Foa: "La nostra storia di ebrei italiani"
"Che forte e intensa sia stata l’identificazione della minoranza ebraica italiana con il processo di costruzione dello Stato unitario, è cosa nota. Consapevoli che ogni speranza di emancipazione, negata loro ostinatamente dai governi dell’antico regime, poteva venire solo dai “novatori”, gli ebrei italiani partecipano all’attività cospirativa mazziniana, ai moti del 1820-21 e del 1830-31, alla Repubblica romana del 1848, per la cui difesa versano il sangue, alle guerre del Risorgimento, alla presa di Roma il 20 settembre 1870, in cui fu, com’è noto, un ufficiale ebreo piemontese a dare l’ordine di aprire il fuoco. Ma l’emancipazione, ottenuta insieme con i valdesi dagli ebrei piemontesi nel 1848, e poi dagli ebrei degli altri Stati italiani man mano che si compiva il processo di unificazione, non fu soltanto una svolta radicale nel percorso delle comunità ebraiche che popolavano la penisola. Essa fu anche e soprattutto un momento qualificante della costruzione del nuovo Stato italiano, e lungi dal rappresentarne una sorta di conseguenza marginale, ne segnò profondamente il percorso, divenendone, con il connesso principio della tolleranza di tutti i culti religiosi e poi con quello dell’uguaglianza dei culti di fronte alla legge, uno dei pilastri basilari. Non è un caso che in quei decenni al Risorgimento italiano guardassero gli ebrei d’Europa, come Moses Hess che nel 1861 dalla Germania, nel suo Roma e Gerusalemme, si ispirava alla costruzione nazionale italiana per elaborare il progetto di un Risorgimento ebraico. Nello stesso spirito, nel 1918, Dante Lattes avrebbe definito l’irredentismo il sionismo d’Italia e il sionismo l’irredentismo d’Israele. L’accento di entrambi è sulla caratterizzazione del processo di emancipazione ebraica come adesione alla patria italiana. Una vera e propria “nazionalizzazione parallela” degli ebrei e degli altri italiani, come dirà Arnaldo Momigliano in una pagina famosa del 1933: “la formazione della coscienza nazionale italiana negli ebrei è parallela alla formazione della coscienza nazionale nei piemontesi o nei napoletani o nei siciliani: è un momento dello stesso percorso e vale a caratterizzarlo”. Molteplici e complesse sono le origini di questo stretto intreccio tra i due movimenti e dell’identificazione degli ebrei con lo Stato italiano. Una di esse, la più remota e di lungo periodo, è certamente il profondo radicamento del mondo ebraico italiano, il fatto che dall’antichità romana in poi gli ebrei d’Italia, o almeno una gran parte di essi, restassero “cives romani”, sia pure di seconda categoria..." »Leggi l'intervento di Anna Foa sul Portale dell'ebraismo italiano www.moked.it
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La storia questa sconosciuta
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