mercoledì 22 dicembre 2010


Eritrei rapiti: parla Adam ex ostaggio che ora vive in Israele

Adam, 22 anni è uno degli ostaggi eritrei liberato dopo quasi un mese d’inferno grazie a 7.000 dollari di riscatto pagati dal fratello Michele, che vive in Toscana, in un’intervista pubblicata sul quotidiano Avvenire testimonia la condizione degli altri prigionieri trattati come bestie, incatenati in container interrati, picchiati a sprangate ogni giorno e minacciati di espianto degli organi per rivenderli nel caso non fosse stato pagato il riscatto, le donne stuprate davanti ai familiari. Adam racconta al giornale di essere partito dal suo villaggio alla periferia dell’Asmara a fine agosto. “Mio fratello Michele per farmi migrare ha pagato tremila dollari a un passatore eritreo” di nome Mshgna. A controllare tutto, una rete di clan beduini che un tempo trafficava in schiavi, i Rashaida che, scrive Avvenire, sono “ramificati nel nordest dell’Africa come nel deserto del Sinai, protetta dalle polizie corrotte di diversi stati, affiancata da complici tigrini che attirano in trappola i migranti”. Arrivati in 80 su piccoli pullman in Sinai, nella speranza di entrare in Israele, “i Rashaida ci hanno consegnato ad altri beduini”. “Ci hanno venduti”, racconta il giovane eritreo. Allora “un gruppo di uomini armati ci ha meso in colonna e ci ha preso portafogli e documenti. Ci hanno lasciato solo il cellulare, dicendoci di usarlo per chiamare parenti e amici in Eritrea e in tutto il mondo. Se volevano rivederci vivi dovevano pagare settemila dollari”. Poi, racconta Adam, che ora vive in Israele in un campo per richiedenti asilo, che lui e i suoi compagni di viaggio sono stati incatenati per i piedi in dei container interrati, a gruppi di 70. Lui sapeva che si trovava in Egitto, a pochi chilometri dal confine israeliano. Inizia l’inferno: ci trattavano “come bestie, con crudeltà. Ogni giorno venivamo picchiati a caso con sbarre di ferro e minacciati. Dicevano che se non veniva pagato il riscatto ci avrebbero tagliato la testa e tolto gli organi per venderli al mercato nero”. Poco il cibo, poca l’acqua. Agli ostaggi era consentito uscire a piccoli gruppi di sera per poco tempo, sorvegliati. “Alle donne è toccato il peggio – aggiunge l’eritreo – è toccato il peggio, sono state stuprate anche se erano lì con fratelli e mariti”. http://www.moked.it/

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