giovedì 9 dicembre 2010


Gerusalemme - Getzemani

Voci a confronto

La Voce Repubblicana pubblica oggi le parole di saluto rivolte dal Presidente Gattegna al Capo dello Stato Napolitano che ha voluto accogliere l’invito rivoltogli di essere presente al Congresso che si chiude oggi a Roma; un Congresso come sempre acceso, con posizioni in duro contrasto, ma l’amicizia di Napolitano è, s icuramente, un punto fermo per gli ebrei che tanto diedero all’Italia del Risorgimento, della I guerra mondiale, della cultura e della scienza. E l’essere ebreo è al centro della cultura italiana, come ci fa osservare Elena Loewenthal su La Stampa, in un articolo nel quale parla di due romanzi diversi: Persecuzione. Il fuoco amico dei ricordi, di Piperno, e Il cimitero di Praga, di Eco. Dell’ebreo, osserva Elena, nei libri di scuola si parla per la sua presenza nel mondo antico, nell’epoca degli assiri, dei babilonesi e dei fenici, ma poi bisogna saltare alla metà del secolo scorso per accorgersi che l’ebreo è sempre qui, unico tra i popoli antichi a sopravvivere; e così negli ultimi anni la narrativa italiana risulta sensibile ai destini di questa esigua minoranza. L’Avvenire riprende le parole di un anonimo diplomatico statunitense, confermate dalla radio dell’esercito israeliano, secondo le quali gli USA hanno deciso di non chiedere più ad Israele la sospensione delle costruzioni, preferendo concentrare gli sforzi diploma tici sulla definizione dei confini e la sicurezza reciproca per i due stati. La notizia, ripresa da molte testate, viene accompagnata, su Avvenire, dalla polemica suscitata in Israele da una lettera aperta scritta da 50 rabbini che sostengono che sia vietato affittare e vendere immobili a gentili. Una ben più accesa di scussione, al confronto, è in corso in Israele dopo la decisione dell’Argentina di riconoscere lo Stato di Palestina coi confini del 1967; anche Bolivia, Costa Rica, Cuba, Nicaragua, Venezuela, e ultimamente Brasile presero identica decisione, dopo la assidua campagna diplomatica di Abu Mazen e del suo primo ministro Fayyad in America latina, e già è annunciato il riconoscimento da parte dell’Uruguay; ne parla Liberazione, e anche la Stampa (dove purtroppo Paola Caridi scrive “diplomazia di Tel Aviv” ignorando che il ministero degli Esteri si trova a Gerusalemme; coloro che non accettano che Gerusalemme sia la capitale di Israele, non riescono a trovare parole diverse, aderenti alla realtà?). A mio modesto parere il mondo farebbe bene a comprendere che i conflitti debbono essere risolti dalle parti in causa senza troppe interferenze esterne che ben difficilmente servono alla causa. Certo che un simile concetto è ben difficile da far comprendere a coloro che si considerano responsabili delle sorti altrui (USA e non solo) o combattenti delle guerre di mezzo mondo (da Castro a Chavez a, oggi, l’argentina Fernandez, appunto descritta come accesa filopalestinese dalle rivelazioni di Wikileaks). E queste rivelazioni continuano nel giorno in cui il suo artefice (al meno di facciata) si è consegnato a Scotland Yard sperando di non venire estradato in Svezia (dove è ricercato per stupro di donne comunque consenzienti). Le ultime rivelazioni parlano di 50000 missili attualmente in mano di Hezbollah che potrebbe lanciarli, in caso di conflitto, al ritmo di 400/600 al giorno, come si legge in tutte le principali testate. Sul Riformista viene riportata la lunga e, apparentemente, calorosa conversazione tra Netanyahu ed Erdogan: il primo ministro israeliano ha voluto ringraziare il suo omologo turco per il pronto e grande aiuto prestato per spegnere l’incendio che ha distrutto la foresta del monte Ca rmel. Cinque milioni di alberi sono andati distrutti, e ci vorranno molti anni prima che possano ricreare quell’ecosistema così importante per tutta l’area del Medit erraneo. Questo incendio avrà almeno avuto il merito di far parlare tra loro i capi dei due governi dopo mesi nei quali l’ambasciata turca in Israele è senza am basciatore, richiamato in patria a seguito della vicenda della Mavi Marmara. E proprio di questa vicenda stanno discutendo a Ginevra, in riunioni segrete fino ad ora, diplomatici dei due paesi, alla ricerca di una soluzione che possa soddis fare entrambe le parti. E’di sicuro nell’interesse di Israele ritrovare un’intesa col potente vicino, anche se i rapporti non potranno tornare ad essere quelli del passato, ma anche Erdogan ha bisogno di un Israele amico per poter esercitar e la propria influenza in Medio Oriente con una politica che non sia solo filo iraniana. Sul Wall Street Journal si denuncia l’importazione in Israele di grandi quantità di marmo iraniano; che questo bel marmo, dal color caffè, e con grandi proprietà, provenga da terra nemica per addobbare l’edificio della Bank Leumi e tante altre costruzioni di prestigio, non sembra essere messo in dubbio, anche perchè quella pietra non si trova altrove. Traders turchi e dei paesi del golfo lo esportano ovunque, ed avrebbe anche un prezzo molto competitivo, e così il marmo porta shekels ai mullah dopo che, in un recente passato, lo stesso era stato denunciato per il commercio dei pistacchi e del caviale. Più innocua è invece l ‘ultima polemica scatenata da Sgarbi contro il vignettista Stefano Disegni in un articolo pubblicato sul Giornale; che il critico d’arte sia molto sensibile alla bellezza femminile è ben noto a tutti, e quindi che Disegni abbia disegnato le bellezze di Elisabetta Canalis e di Belen Rodriguez in abiti di soldati nazisti e di deportati ebrei, ma senza testa (evidentemente meno dotata delle altre parti del corpo a giudizio del disegnatore) non gli è proprio andata giù. Emanuel Segre Amar http://www.moked.it/

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