venerdì 10 dicembre 2010



Sogno di una recensione di fine autunno

Il Tizio della Sera legge in una notte il romanzo di un umorista ebreo che ha scritto un dramma. Nel libro, il riso è come la porta di un palazzo dove abita il mostro della tristezza. Il protagonista si adopera a consegnare la donna che ama ad uno sconosciuto inconsapevole, in modo che questo qui ne faccia la sua amante - il protagonista pensa che solo perdendo l'amore si può sapere quanto valesse l'amore, allora sì che l'amore è perfetto. La stampa ne parla come di un romanzo glamour di perversioni sessuali, ma al Tizio sembra una strombolata dei giornalisti. Quello è un libro dove la speranza è crepata e non c'è un filo d'aria. Chiude il libro e dorme. Sogna che viene inseguito da degli sgherri spagnoli con quegli elmi a pentola. A un tratto, fa il sarto in un ghetto e cuce una bella giacca, ma arrivano i cosacchi ubriachi e bruciano tutto. Come se fosse il giorno dopo in una vita dove le epoche sono semplicemente il giorno dopo, scende da un treno merci, passa un cancello e va in una baracca. Qui poi muore, ma in quel posto delle baracche morire è normale come vivere. Si sveglia tutto sudato: ha capito il romanzo! e ringrazia l'angelo che spiega i romanzi. Se uno vive da moribondo, che ne sa della vita normale. Il punto è capire se dopo gli ebrei, adesso sia tutto il mondo a credere che vivere sia come morire.Il Tizio della Sera http://www.moked.it/

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