sabato 8 gennaio 2011


La luna e il lunario ebraico

Il calendario ebraico si basa su un sistema di osservazione che fa riferimento ai moti apparenti del sole e della luna.Esso è definito lunario, anche se questa definizione appare limitativa in quanto la caratteristica peculiare dal calendario ebraico è proprio quella di riferirsi sia al sole che alla luna. Il lunario è quindi un calendario lunisolare.Il sole, anche nel calendario ebraico, segna la cadenza dei giorni e regola l’avvicendarsi delle stagioni, che sono indipendenti dalle fasi lunari.Le fasi lunari, invece, determinano il mese, detto appunto mese lunare. Il mese lunare è l’intervallo di tempo che intercorre tra una luna nuova e quella successiva e dura 29 giorni e 12,734 ore, arrotondato a 29 o a 30 giorni.Poiché l’anno solare che determina l’avvicendarsi delle stagioni è di circa 365 giorni (365,242), l’anno lunisolare,che deve tener conto anche di questo fenomeno, dovrebbe avere un numero di mesi tali da formare, in un anno, 365 giorni.Ma ciò non accade. Non accade neanche per i mesi del calendario civile (Calendario Gregoriano), a causa della frazione di giorno dell’anno solare (0,242).In entrambi i casi, quindi, è stato necessario ricorrere ai noti espedienti dell’anno embolismico (di 13 mesi) e dell’anno bisestile (di 366 giorni), per pareggiare i conti. E i conti tornano dopo un certo periodo di anni che, nel caso del calendario ebraico, è di 19 anni. E, ogni 19 anni circa, si verifica anche la coincidenza dei due calendari.La settimana, cioè l’avvicendarsi ciclico di sette giorni, di origine biblica (... il settimo giorno si riposò), invece èpresente in tutte e due i calendari, anche se con decorrenza diversa.Il giorno resta di ventiquattro ore per tutti ed è determinato dall’intervallo di tempo tra due successivi passaggi del sole al meridiano dell’osservatore. Anche in questo caso, siccome il sole apparente non ha una velocità costante e quindi la durata di un giorno sarebbe diversa da un giorno all’altro, si è ricorso ad un astro fittizio, detto “sole medio”, che si muove con la velocità media del sole vero. Alla fine gli scostamenti tra il sole medio e il sole vero si compensano. Si compensano anche gli scostamenti, di ben maggiori dimensioni, che si registrano quando si voglia considerare, come nella tradizione ebraica, l’inizio della giornata al sopraggiungere dell’oscurità (... separò la luce dalle tenebre. E fu sera e fu mattina: primo giorno.). Dopo un anno, anche questi scostamenti si compensano perfettamente, ovunque. La durata media della luce nella zona polare è di dodici ore, come all’equatore e inqualsiasi altro luogo della Terra.Il motivo per il quale siano state la luna e il sole, con i loro movimenti ciclici apparenti, ad informare la misurazione del tempo fin dai tempi antichi, appare evidente: tra l’altro sono i due astri che maggiormente colpiscono la fantasia di un qualsivoglia osservatore. La luna poi, per il suo moto apparentemente capriccioso, ha dato origine anche ad alcuni modi di dire: si dice di una persona che è lunatica, che ha la luna di traverso, che si è svegliata con la luna storta, etc...La luna, infine, sembra essere diversa a seconda del luogo dal quale la si osserva, a Napoli, per esempio, c’è anche“la luna rossa”, celebrata dall’omonima nota canzone di De Crescenzo.Paolo Camerini Sullam n 63

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