giovedì 20 gennaio 2011


La sinistra israeliana si spacca in due. Era ora

Il ministro della Difesa Ehud Barak - uno che ha organizzato, tra le altre cose, l’operazione Piombo Fuso - ha lasciato ufficialmente il Partito laburista israeliano. Obiettivo: formare una nuova forza politica che giuri fedeltà al primo ministro (conservatore) Benjamin Netanyahu. Bene. Era ora. Dopotutto, che cosa c’entrasse uno come Barak con la sinistra non lo si è mai capito. O forse sono io che mi confondo? Nell’Israele che ho conosciuto io, quelli di sinistra erano quelli contrari (beh, più o meno) alle guerre, ma soprattutto contrari all’espansione delle colonie nei Territori Occupati. I sostenitori duri e puri, insomma, della formula “terra in cambio di pace” che era stato lo slogan di Yitzhak Rabin.Barak invece ha portato il suo partito in un’improbabile coalizione non solo con i conservatori del Likud (il partito di Netanyahu) ma anche con gli ultra-nazionalisti di Yisrael Beitenu (Israele è casa nostra, il nome è già tutto un programma), la formazione politica del controverso ministro degli Esteri Avigdor Lieberman.In molti, tra gli elettori di sinistra ci erano rimasti non poco male: dopotutto uno non vota Laburista per vedere Netanyahu e Lieberman al governo. Barak avrebbe potuto tentare di formare una coalizione con il partito centrista Kadima, ma non l’ha fatto, lasciando alcuni di stucco.Adesso invece c’è poco da stupirsi: Barak ha semplicemente formalizzato la sua metamorfosi nel corso degli anni: da politico di sinistra, a politico di destra. Non è un reato, per carità. Ma era ora che se ne assumesse le sue responsabilità.Anna Momigliano,18 Gennaio 2011,http://blog.panorama.it/

1 commento:

barbara ha detto...

Sì, ha le idee decisamente confuse, la bimba. Se si dedicasse a fare la mamma a tempo pieno sarebbe davvero un grosso vantaggio per il giornalismo e per la comprensione dei fatti mediorientali.