giovedì 20 gennaio 2011


La Tunisia progetta di pubblicare Amos Oz

In questi giorni di grandi difficoltà per la Tunisia, ci piace guardare al futuro, anche come auspicio per il nuovo governo che è stato formato e che comprende partiti che fino a prima della “rivolta dei gelsomini” si opponevano fortemente al benalismo; l’auspicio di un’apertura a nuove relazioni politiche e sociali che vada oltre i luoghi comuni, gli stereotipi o i timori infondati. Nella Tunisia pre-rivolta, secondo il quotidiano “Haaretz”, un editore stava discutendo con degli autori israeliani per la traduzione e l’edizione di loro opere in lingua araba in Tunisia. L’editore, che avrebbe chiesto l’anonimato per ragioni di sicurezza personale, avrebbe negoziato con l’autore israeliano Amos Oz e il traduttore arabo-israeliano Altayeb Ghanayem per la traduzione di opere non solo di Oz ma anche di altri autori israeliani in arabo. Allo stesso tempo avrebbe confermato questa notizia anche in una conversazione telefonica con il giornalista del quotidiano israeliano.
“Sto elaborando una lista di libri di tutto il mondo per la traduzione e la pubblicazione” avrebbe dichiarato l’editore. “Le mie sole considerazioni sono quelle della qualità e dell’interesse che potrebbero avere i libri per i lettori tunisini”, avrebbe aggiunto.Amos Oz, autore di “A Tale of Love and Darkness”, tradotto in Italia da Feltrinelli con il titolo “Una storia d’amore e di tenebra”, potrebbe essere proposto per la traduzione; d’altro canto lo stesso autore ha dichiarato che sarebbe felice di vedere le sue opere pubblicate in Tunisia. “Sono assolutamente convinto che le traduzioni di opere letterarie possano costruire dei ponti tra i popoli e possano contribuire a distruggere inutili stereotipi”, ha dichiarato Oz che ha già avuto tre romanzi tradotti in arabo ma in Israele.Ghanayem, il probabile traduttore, ha dichiarato: “A mio avviso, la “biblioteca araba” soffre di un deficit qualitativo e quantitativo.” “Le traduzioni faranno scoprire la letteratura ebraica al pubblico tunisino” ha aggiunto. Il traduttore, però, non spiega le condizioni economiche dell’operazione; chi sosterà le spese di traduzione ed eventualmente quelle di edizione, sapendo le difficoltà di diffusione delle opere letterarie non solo in Tunisia ma anche in tutto il mondo arabo.Più realista, Nili Cohen, direttore dell’Istituto per la traduzione della letteratura ebraica, pensa che il progetto di traduzione di letteratura ebraica in arabo a volte falliscano, “poiché ci sono delle forze che si oppongono alla normalizzazione di relazioni tra Israele e gli stati arabi”. Fra gli scrittori israeliani le cui opere sono state già tradotte in arabo, “Haaretz” cita David Grossman, Sami Michael e Ruth Almog.Il nome vero di Amos Oz è Amos Klausner. Oltre ad essere autore di romanzi e saggi, Oz è giornalista e docente di letteratura alla Università Ben Gurion del Negev, a Be’er Sheva. Sin dal 1967 è un autorevole sostenitore della “soluzione dei due stati” del conflitto arabo-israeliano. Nel 2008 ha ricevuto una laurea honoris causa dall’Universtià di Anversa. Nel 2007 ha vinto il premio “Premio Príncipe de Asturias de las Letras” e il premio Fondazione Carical Grinzane per la cultura mediterranea. Nel 2008 ha ricevuto il premio Dan David nel 2008. Nel 2008 ha vinto anche il Premio Internazionale Primo Levi.Nel suo romanzo autobiografico, “Una storia di amore e di tenebra”, Oz ha raccontato, attraverso la storia della sua famiglia, le vicende storiche del nascente Stato di Israele dalla fine del protettorato britannico: la guerra di indipendenza, gli attacchi terroristici dei feddayn, la vita nei kibbutz. Nella vita dello scrittore è stato determinante il suicidio della madre, avvenuto quando il piccolo Amos aveva appena dodici anni. L’elaborazione del dolore si sviluppa ben presto in un contrasto con il padre, un intellettuale vicino alla destra ebraica. Il contrasto padre-figlio portò alla decisione del ragazzo di entrare nel kibbutz Hulda e di cambiare il cognome originario “Klausner” in “Oz”, che in ebraico significa “forza“.di Giuseppe Favilla http://www.italnews.info/

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