sabato 8 gennaio 2011


Questa settimana abbiamo avuto l'eclissi di sole, ma per inevitabile associazione viene in mente l'eclissi della politica. In Italia come in Israele, nel campo generale come nel campo ebraico. In un mondo ideale la politica dovrebbe svolgere una funzione di alta mediazione fra interessi contrapposti, di integrazione fra diverse e conflittuali correnti, di soluzione dei grandi problemi del momento e di anticipo di quelli del futuro. Ma nel tempo contemporaneo, la cura politica delle complesse esigenze del collettivo sembra voler nascondere più di quanto non voglia rivelare, sembra scomparire nell'ombra dei personalismi, dei settarismi, e degli estremismi. La politica, sia delle persone sia delle istituzioni, sembra imprigionata nella zona d'ombra dell'eclissi. Non sempre ma sovente, la politica offre vecchie problematiche, vecchi concetti, vecchie tecniche, vecchi contratti sociali, vecchie nostalgie. Le realtà si modificano invece a velocità vertiginosa, scorrono alla luce del sole sotto i nostri piedi, accanto e sopra di noi, e creano un mondo fluido che opera con regole diverse da quelle a lungo cristallizzate. Nuove problematiche, nuovi concetti, nuove tecniche, nuovi contratti sociali, nuove nostalgie emergono alla luce del sole con un'impensata massa critica. Non contestiamo le grandi idee che possiedono la forza della validità permanente. Lamentiamo la capacità della politica di voler vedere e capire veramente quello che avviene nella zona di luce e di calore della società vera invece di nascondersi nella zona d'ombra e di freddo dell'eclissi.SergioDella PergolaUniversità Ebraica di Gerusalemme,http://www.moked.it/

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