venerdì 14 gennaio 2011


Sette autori e un reportage per raccontare la Shoah con Parole chiare

“La Memoria non è una cosa positiva di per sé, né negativa. Semplicemente, è come respirare, inevitabile.” Lo ha detto Alessandro Portelli, professore di letteratura americana all’Università La Sapienza di Roma ed esperto di storia e memoria, alla presentazione del libro “Parole chiare – Luoghi della memoria in Italia 1938 – 2010”, avvenuta alla Biblioteca Romana Sarti ieri pomeriggio. Un piccolo, grande evento nel cuore della capitale, che ha coinvolto un folto pubblico e che ha visto succedersi ai microfoni, oltre a Portelli, il Consigliere dell’Ucei con delega alla Memoria della Shoah Victor Magiar, il Preside del liceo Newton (e Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi) Mario Rusconi, e cinque dei sette autori dei reportage contenuti in “Parole chiare”: Eraldo Affinati, Elena Stancanelli, Emanuele Trevi, Fulvio Abbate e Gianfranco Goretti. Presente anche il fotografo Luigi Baldelli, che ha dato un contributo sostanziale al libro con le sue evocative fotografie, e le curatrici del volume Sira Fatucci e Lia Tagliacozzo, che lo hanno promosso e realizzato per l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “Parole chiare”, pubblicato dalla casa editrice Giuntina e da ieri in libreria, contiene sette “reportage letterari” da altrettanti luoghi d’Italia teatro di tragici eventi durante il secondo conflitto mondiale. Da Fossoli, “anticamera” in Italia delle deportazioni verso Auschwitz, alle isole Tremiti, luogo dove venivano confinati gli omosessuali; da Agnone, dove vennero imprigionati rom e sinti italiani “colpevoli”, come gli ebrei, di essere “diversi”, alle Fosse Ardeatine e via Tasso, dove si espresse la ferocia dell’occupazione nazista a Roma; da Meina, teatro di una strage efferata, a Ferramonti di Tarsia, posto di confino per diverse persone e categorie invise al regime. Infine, la risiera di San Sabba a Trieste, vero e proprio campo di sterminio su territorio italiano. “Quando ero giovane, negli anni ’60, quel che era accaduto solo pochi anni prima era stato completamente rimosso. Ricordo la sorpresa e lo stupore di alcune persone che, durante un mio viaggio giovanile in Germania, vennero a sapere che ero andato in visita a Mauthausen. Erano quasi arrabbiate, come se avessi violato un tabù”, ha detto Mario Rusconi. “Oggi la situazione è molto diversa. Le scuole fanno un forte lavoro sulla Memoria, che trovo tra i momenti più emozionanti del mestiere di insegnante. Anche se dobbiamo essere coscienti di un fatto: che ogni anno si ricomincia da capo, con nuovi ragazzi da formare e a cui insegnare i valori del rispetto, della dignità delle persone.”La formazione è un tema centrale. In questo periodo – ogni anno maggiormente dilatato – di forte attenzione per la Memoria della Shoah occorre, anno dopo anno, parlarne con la maggiore precisione e cognizione di causa possibile. Per non banalizzare, per coglierne la portata universale e valoriale. Come ha detto Victor Magiar, fortunatamente “si è passati da una fase quasi liturgica, quella dei primi anni di celebrazione, ad una di approfondimento, di maggiore attenzione ai concetti e alle sfumature. E’ in questa direzione dell’apprendere cose che non sapevamo, di andare più in profondità che, a mio avviso, si muove questo libro di racconti sui luoghi della memoria in Italia.”Luoghi che, come è stato notato nel corso della presentazione, sono spesso abbandonati a se stessi, come dimostrano le fotografie di Luigi Baldelli che ritraggono soprattutto macerie e posti privi di visitatori, di persone. Ha detto ieri Emanele Trevi: quando scompariranno i sopravvissuti, a testimoniare quel che è accaduto saranno i luoghi. Di certo “Parole chiare” è uno stimolo a prestarvi maggiore attenzione.Marco Di Porto,http://www.moked.it/

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