Ci chiedevamo, con preoccupazione, cosa sarebbe accaduto dopo la cacciata di Hosni Mubarak. Scrivevamo che quel popolo in festa rischiava di farci dimenticare cosa rappresenti l’Egitto sullo scacchiere del Vicino Oriente, di quanto importante e vitale sia preservare l’equilibrio faticosamente raggiunto in quella regione. Teorizzavamo, senza alcuna pretesa di preveggenza, che dopo il vecchio Rais ci sarebbe stata solo instabilità, confusione. Il diluvio.Certamente è presto per tirare le somme, però qualcosa si può già dire. Venerdì scorso, in una piazza Tahrir affollata da circa 2 milioni di egiziani, si è rivisto lo sceicco Yusuf al Qaradawi, dopo trent’anni di esilio (coatto) dal suo Egitto. E che ha detto il predicatore nonché conduttore su Al Jazeera del programma tv “Sharia e Vita”? “Riusciremo a liberare Gerusalemme ed a entrare in Palestina. Ho un sogno, quello di tenere un sermone nella moschea di Al Aqsa”.E fin qui, niente di drammaticamente sconvolgente rispetto a quanto già non temessimo. Il problema è che lo sceicco ha aizzato la folla in visibilio con alcune delle sue celebri fatwe, come quella in cui giustifica gli attacchi terroristici contro i civili israeliani: “Il kamikaze che si fa saltare su un bus a Tel Aviv è un vero martire”. Inoltre, sappiate che “l’uccisione di cittadini americani è un obbligo”, e che “la libertà deve essere al servizio dell’Islam”.Finito qui il delirio?Neanche a parlarne, perché un regime va rifondato a partire dalle fondamenta. E allora, ci si metta subito in testa che “l’Egitto deve rinascere con una diversa filosofia, non occidentale, dal momento che l’America e l’Europa sono comunità di nudisti”. Sia chiaro, inoltre, che “la società va mondata dagli elementi pervertiti, omosessuali in testa”. E la laicità “non è che ateismo, ossia negazione dell’Islam”.Il problema, come è ovvio, non è il contenuto dei sermoni dell’ottantaquattrenne al Qaradawi, quanto il fatto che la stessa folla che (senza bandiere religiose o politiche, così ci raccontavano) ha defenestrato Mubarak stesse ad adorare il blaterare dello sceicco. Urla e applausi per uno che sostanzialmente teorizza lo Stato teocratico fondato sulla Sharia e che sogna di morire uccidendo ebrei: “Colpirò i nemici di Allah, gli ebrei, e loro mi lanceranno una bomba. A quel punto finirò la mia vita con il martirio”.E’ questa la nuova democrazia egiziana di cui avevamo bisogno?21 2 2011 http://www.daw-blog.com/
mercoledì 23 febbraio 2011
Il sogno del nuovo Egitto: uccidere ebrei
Ecco cosa succede nel nuovo Egitto. Due milioni di egiziani applaudono in piazza lo sceicco Al Qaradawi, tornato in patria dopo la rivoluzione dei democratici. Applaudono i suoi discorsi contro Israele e l’equazione kamikaze=martire. Inoltre, sappiate che “l’uccisione di cittadini americani è un obbligo”.
Ci chiedevamo, con preoccupazione, cosa sarebbe accaduto dopo la cacciata di Hosni Mubarak. Scrivevamo che quel popolo in festa rischiava di farci dimenticare cosa rappresenti l’Egitto sullo scacchiere del Vicino Oriente, di quanto importante e vitale sia preservare l’equilibrio faticosamente raggiunto in quella regione. Teorizzavamo, senza alcuna pretesa di preveggenza, che dopo il vecchio Rais ci sarebbe stata solo instabilità, confusione. Il diluvio.Certamente è presto per tirare le somme, però qualcosa si può già dire. Venerdì scorso, in una piazza Tahrir affollata da circa 2 milioni di egiziani, si è rivisto lo sceicco Yusuf al Qaradawi, dopo trent’anni di esilio (coatto) dal suo Egitto. E che ha detto il predicatore nonché conduttore su Al Jazeera del programma tv “Sharia e Vita”? “Riusciremo a liberare Gerusalemme ed a entrare in Palestina. Ho un sogno, quello di tenere un sermone nella moschea di Al Aqsa”.E fin qui, niente di drammaticamente sconvolgente rispetto a quanto già non temessimo. Il problema è che lo sceicco ha aizzato la folla in visibilio con alcune delle sue celebri fatwe, come quella in cui giustifica gli attacchi terroristici contro i civili israeliani: “Il kamikaze che si fa saltare su un bus a Tel Aviv è un vero martire”. Inoltre, sappiate che “l’uccisione di cittadini americani è un obbligo”, e che “la libertà deve essere al servizio dell’Islam”.Finito qui il delirio?Neanche a parlarne, perché un regime va rifondato a partire dalle fondamenta. E allora, ci si metta subito in testa che “l’Egitto deve rinascere con una diversa filosofia, non occidentale, dal momento che l’America e l’Europa sono comunità di nudisti”. Sia chiaro, inoltre, che “la società va mondata dagli elementi pervertiti, omosessuali in testa”. E la laicità “non è che ateismo, ossia negazione dell’Islam”.Il problema, come è ovvio, non è il contenuto dei sermoni dell’ottantaquattrenne al Qaradawi, quanto il fatto che la stessa folla che (senza bandiere religiose o politiche, così ci raccontavano) ha defenestrato Mubarak stesse ad adorare il blaterare dello sceicco. Urla e applausi per uno che sostanzialmente teorizza lo Stato teocratico fondato sulla Sharia e che sogna di morire uccidendo ebrei: “Colpirò i nemici di Allah, gli ebrei, e loro mi lanceranno una bomba. A quel punto finirò la mia vita con il martirio”.E’ questa la nuova democrazia egiziana di cui avevamo bisogno?21 2 2011 http://www.daw-blog.com/
Ci chiedevamo, con preoccupazione, cosa sarebbe accaduto dopo la cacciata di Hosni Mubarak. Scrivevamo che quel popolo in festa rischiava di farci dimenticare cosa rappresenti l’Egitto sullo scacchiere del Vicino Oriente, di quanto importante e vitale sia preservare l’equilibrio faticosamente raggiunto in quella regione. Teorizzavamo, senza alcuna pretesa di preveggenza, che dopo il vecchio Rais ci sarebbe stata solo instabilità, confusione. Il diluvio.Certamente è presto per tirare le somme, però qualcosa si può già dire. Venerdì scorso, in una piazza Tahrir affollata da circa 2 milioni di egiziani, si è rivisto lo sceicco Yusuf al Qaradawi, dopo trent’anni di esilio (coatto) dal suo Egitto. E che ha detto il predicatore nonché conduttore su Al Jazeera del programma tv “Sharia e Vita”? “Riusciremo a liberare Gerusalemme ed a entrare in Palestina. Ho un sogno, quello di tenere un sermone nella moschea di Al Aqsa”.E fin qui, niente di drammaticamente sconvolgente rispetto a quanto già non temessimo. Il problema è che lo sceicco ha aizzato la folla in visibilio con alcune delle sue celebri fatwe, come quella in cui giustifica gli attacchi terroristici contro i civili israeliani: “Il kamikaze che si fa saltare su un bus a Tel Aviv è un vero martire”. Inoltre, sappiate che “l’uccisione di cittadini americani è un obbligo”, e che “la libertà deve essere al servizio dell’Islam”.Finito qui il delirio?Neanche a parlarne, perché un regime va rifondato a partire dalle fondamenta. E allora, ci si metta subito in testa che “l’Egitto deve rinascere con una diversa filosofia, non occidentale, dal momento che l’America e l’Europa sono comunità di nudisti”. Sia chiaro, inoltre, che “la società va mondata dagli elementi pervertiti, omosessuali in testa”. E la laicità “non è che ateismo, ossia negazione dell’Islam”.Il problema, come è ovvio, non è il contenuto dei sermoni dell’ottantaquattrenne al Qaradawi, quanto il fatto che la stessa folla che (senza bandiere religiose o politiche, così ci raccontavano) ha defenestrato Mubarak stesse ad adorare il blaterare dello sceicco. Urla e applausi per uno che sostanzialmente teorizza lo Stato teocratico fondato sulla Sharia e che sogna di morire uccidendo ebrei: “Colpirò i nemici di Allah, gli ebrei, e loro mi lanceranno una bomba. A quel punto finirò la mia vita con il martirio”.E’ questa la nuova democrazia egiziana di cui avevamo bisogno?21 2 2011 http://www.daw-blog.com/
Etichette:
Abbiamo scelto.....
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento