L’area di confine tra Israele e Gaza diventerà il nuovo centro dell’industria solare israeliana. Il progetto è ancora in uno stadio embrionale: ma secondo una mappa dell’Autorità di pubblica utilità, in questa zona – chiamata informalmente dagli israeliani “l’involucro di Gaza” – sorgeranno 25 impianti di media grandezza per generare energia fotovoltaica.In tutto, le licenze concesse finora dalle autorità dello Stato ebraico per generare questo tipo di elettricità sono 87, distribuite in tutto il Paese, tranne la zona di Gerusalemme. Solo vicino al confine con l’enclave palestinese, però, si registra una concentrazione così alta di permessi richiesti e ottenuti. E non solo: stando ai calcoli effettuati finora, l’energia prodotta dagli stabilimenti che saranno costruiti qui costituirà il 50 per cento del totale. «Ci aspettavamo di vedere il sud del Paese coperto da fattorie del sole – ha commentato il capo dell’Autorità di pubblica utilità, Moshe Sheetrit –, ma con grande sorpresa abbiamo scoperto che il dispiegamento non sarà uniforme, la zona al confine spiccherà rispetto alle altre». Il che dimostra, ha aggiunto il dirigente, che «gli investitori non sono preoccupati dai razzi» sparati dagli estremisti della striscia costiera amministrata da Hamas. Le istallazioni, del resto, saranno assicurate contro la possibilità di essere colpite da ordigni, e in casi di forza maggiore lo Stato pagherà un’indennità ai proprietari.
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