domenica 6 febbraio 2011




Piove, governo ladro! (cronaca del viaggio di dicembre 2010)




No cioè voglio dire, che piova in un Paese in gran parte desertico, in cui la penuria d’acqua è problema forse più grave ancora del terrorismo, non può che fare piacere, ci mancherebbe. Però insomma potrebbe anche scegliere momenti migliori, no? Per esempio mentre imperversava quello spaventoso incendio che ha distrutto decine di vite umane, milioni di alberi, un secolo di lavoro, non poteva piovere lì? O almeno, se proprio doveva piovere mentre eravamo lì noi, piovere di notte? O mentre stavamo al ristorante, in un museo, in una sinagoga? No? No. E vabbè.Eravamo andati a Haifa per visitare il tempio Bahai........Pioveva. Che uno dice vabbè, piove, e allora? Abbiamo le giacche a vento, abbiamo i cappucci, abbiamo gli ombrelli, e che sarà mai? Certo, con la pioggia non si può vedere tutta questa meraviglia, ma insomma non si può mica avere tutto dalla vita, no? E dunque arriviamo, e siccome siamo in giro da diverse ore per prima cosa chiediamo di andare un momento in bagno. Finito di sbrigare l’incombenza si vorrebbe uscire per raggiungere la guida che ci dovrebbe portare in giro e mostrare e spiegare eccetera eccetera, e ci troviamo di fronte questa cosa qui:(vedi foto)È stato allora che abbiamo dovuto lanciare l’SOS perché ci venissero a salvare, e alla fine sono venuti ad aprirci un altro passaggio, attraverso il quale siamo arrivati al punto di incontro con la nostra guida fradici fino al midollo, nonostante giacche a vento e cappucci e ombrelli, ma insomma più o meno vivi. La guida era una signora americana, perché tutti i Bahai del mondo hanno l’obbligo di prestare servizio per almeno nove giorni nel corso della loro vita presso il tempio di Haifa, è un dovere religioso, e la signora stava per l’appunto prestando tale servizio. Quello di Haifa è il centro principale di questa religione, e lì è sepolto il suo fondatore, approdato a Haifa in fuga dalla natia Persia, dove la religione era perseguitata – come lo sono tuttora in tutto il Medio Oriente, con l’unica eccezione di Israele, tutte le minoranze. La religione, se ho capito bene, consiste nel credere all’esistenza di un solo Dio e nella convinzione che la rivelazione divina non è stata consegnata in un pacchetto unico ma continua nel tempo. Il seguace della religione bahai ha l’obbligo di comportarsi bene, di astenersi da alcol e droghe, di rispettare le leggi del Paese in cui vive, e di considerare gli esseri umani tutti uguali (in teoria dovrebbero essere uguali anche uomo e donna, ma pare che nella pratica le cose stiano in maniera un tantino diversa). Ho detto “se ho capito bene” perché tutte le spiegazioni, nonostante l’esistenza di una sala di accoglienza, ci sono state date all’aperto, sotto il portico colonnato che circonda, tipo tempio greco, il mausoleo, con un vento gelido che soffiava da tutte le parti e noi ancora fradici per tutta l’acqua presa per arrivare fin lì e insomma non eravamo proprio nelle condizioni ottimali per fornire il massimo della concentrazione alla nostra pur piacevole e simpatica guida.I giardini, comunque, sono talmente belli che anche in quelle condizioni era possibile rendersi conto della loro straordinaria bellezza: è infatti convinzione dei bahai che la bellezza induca all’elevazione dello spirito (san Paolo e Bin Laden difficilmente ne potrebbero essere entusiasti), e per questo costruiscono i loro centri con la massima cura per l’estetica. Per nostra fortuna, direi. Barbara Mella, http://ilblogdibarbara.ilcannocchiale.it/2011/01/23/e_quattro_13.html

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