sabato 5 marzo 2011

Accordo Iran-Siria, così l'esercito della Repubblica Islamica mette piede nel Mediterraneo

L’accordo, passato in silenzio in Europa, è di quelli che cambiano la geopolitica mediterranea. Perché, nave dopo nave, l’Iran costruirà la sua prima base navale nel Mediterraneo. Non è più un timore dei servizi di sicurezza israeliani. E non è nemmeno l’ennesimo allarme di Gerusalemme.Dal 25 febbraio c’è un patto formale, in cui i due paesi, Iran e Siria, si impegnano a lavorare nei prossimi mesi alla costruzione di un porto di appoggio per la marina – militare – di Teheran. A pochi metri di distanza da quello di Latakia.La base, stando a quanto previsto dall’accordo, avrà anche un deposito di armi che sarà gestito dalla tecnologia usata dalla guardia rivoluzionaria iraniana. Si partirà dall’allargamento del porto di Latakia, per passare poi all’abbassamento del fondo marino dell’area e all’installazione di tutta la strumentazione necessaria a trasformare la zona in area militare. In questo modo potranno attraccare non solo le navi della marina, ma anche i sottomarini.La notizia è importante per almeno due ragioni. La prima: in questo modo l’Iran mette piede in modo stabile nel Mediterraneo (così come anticipato, sempre su Falafel Cafè, il 16 febbraio scorso). La seconda: la Repubblica islamica, con una postazione fissa in Siria, sarà in grado di gestire da nord e da est un eventuale conflitto in Medio Oriente. Ahmadinejad, ora, è a soli 287 chilometri da Israele.A tutto questo si aggiunge anche dell’altro. Per esempio, l’accordo russo-siriano che prevede la vendita a Damasco di missili da crociera (cruise) che non sono rintracciabili dai radar militari e con un raggio d’azione di trecento chilometri. Quanti ne basterebbero, in una eventuale guerra contro Israele, per colpire il porto più settentrionale del Paese, Nahariya. Che si trova, appunto, a 287 chilometri.I movimenti degli ultimi giorni hanno un loro senso, nello scacchiere mediorientale. Il punto d’appoggio siriano dell’Iran e la vendita di missili russi a Damasco chiudono un giro di accordi, nascosti e non, in cui Russia, Siria e Iran si alleano contro l’asse Usa-Israele per depotenziare – come prima cosa – la Sesta flotta della marina americana che si trova in pianta stabile nei pressi dell’area.Così, mentre Europa e Usa guardano al Nord Africa, e mentre Israele alza la voce (ma resta inascoltata), a poche centinaia di chilometri dell’Ue si apre un nuovo fronte diplomatico e militare per la comunità internazionale.

Nessun commento: