Giovedì 10 Marzo 2011 http://www.focusmo.it/
La protratta sospensione delle forniture di gas egiziane a Israele potrebbe durare ancora a lungo. Il nuovo ministro dell’Energia cairota, Abdullah Ghorab, starebbe valutando la possibilità di rimettere in causa gli accordi siglati con i vicini israeliani nel 2008. Una doccia fredda che arriva proprio mentre riprendono i rapporti diplomatici tra i due Paesi, congelati durante i recenti disordini che hanno portato alla caduta di Hosni Mubarak. «Gli accordi firmati dalla precedente amministrazione – ha spiegato il ministro al giornale kuwaitiano al-Qabas – comprendono anche i meccanismi che permettono di vendere carburante a Israele. Emendare questi accordi – ha aggiunto sibillino – non è un processo complicato». Certo, ha proseguito Ghorab, «la vendita di gas è regolata da documenti siglati con partner stranieri da tutto il mondo, e spero che la cooperazione con loro continui». Ma questa parziale rassicurazione non è bastata a calmare i timori degli israeliani: e oggi diversi giornali locali sottolineano che il responsabile della politica energetica del Cairo non ha dichiarato esplicitamente se questa «speranza» riguardi anche lo Stato ebraico. La paura che sta prendendo corpo a Tel Aviv e a Gerusalemme è che dietro all’interruzione delle importazioni di gas dall'Egitto – ferme dallo scorso 5 febbraio, in seguito a un'esplosione che ha danneggiato il gasdotto nel Sinai, e il cui ripristino continua a slittare di settimana in settimana – vi sia una precisa scelta politica. Qualcuno lo interpreta come il primo sintomo di un più generale raffreddamento dei rapporti bilaterali legato alla nuova realtà politica egiziana. Nel frattempo, le autorità egiziane continuano a indagare sulla fondatezza delle accuse rivolte al precedente ministro dell’Energia, Samah Fahmy, che secondo i detrattori avrebbe accettato di vendere gas a Israele (e anche a sei nazioni europee) a un prezzo troppo basso. «Il costo che ha contrattato ha fatto perdere all’Egitto oltre 500 milioni di dollari», sostengono in molti. Fahmy, da parte sua, si difende dagli attacchi sostenendo di essersi limitato ad eseguire ordini dell’ex presidente.
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