giovedì 24 marzo 2011



Gerusalemme, bomba alla fermata del bus: un morto e 39 feriti. In Israele torna il terrore

Certe scene, a Gerusalemme, non le vedevano dal 2008. In quel quartiere, poi, non era mai successo nulla. Fino alle tre di mercoledì pomeriggio. Quando da un borsone abbandonato a una fermata dei bus di trasporto pubblico a pochi passi dalla Stazione centrale è partita un’esplosione violentissima. Tanto da mandare in frantumi le vetrate di auto, case e uffici. E da far ripiombare Israele negli anni più bui della sua esistenza.LE VITTIME – Il bilancio, ancora provvisorio, registra una vittima – una donna di 59 anni arrivata agonizzante in ospedale – e 39 feriti. Tra questi tre versano in gravi condizioni, ma non rischierebbero comunque la vita, e due sarebbero partorienti. La maggior parte ha tra i 15 e i 30 anni, hanno fatto sapere dal Shaare Zedek Medical Center, uno dei centri ospedalieri dove sono stati medicati i civili.Parcheggiato vicino alla pensilina della deflagrazione è rimasto solo il bus della Egged Lines, numero 74. Quello che porta in direzione Maale Adumim, uno dei cinque insediamenti ebraici più grandi in Cisgiordania. Un caso?I SOCCORSI - Le emittenti tv israeliane, ormai concentrate tutte sull’attentato, non indicano presunti responsabili. Per ora si limitano a mostrare il luogo dell’esplosione, i feriti, il sangue versato sull’asfalto, i soccorsi. Già, i soccorsi. È tornata, nelle facce di chi sta dando una mano, quell’espressione di smarrimento, paura e orrore che non si vedeva da mesi. Nonostante questo, hanno dato una mano tutti: medici, paramedici, soldati, volontari, gente comune. Guanti alle mani – per non inquinare la scena del delitto soprattutto – hanno retto barelle, coperto le ferite, trasportato le vittime negli ospedali della città.LE INDAGINI - Secondo i primi rilevamenti, la bomba, nascosta in un borsone abbandonato tra una cabina del telefono e la pensilina dei bus, pesava circa due chili e pare fosse collegata a un cellulare per l’esplosione a distanza. Il dispositivo era imbottito anche di chiodi, così da renderla ancora più pericolosa. «Purtroppo non abbiamo avuto nessun allarme prima dell’attentato», ha detto Yitzhak Aharonovitch, della sicurezza interna, al quotidiano online Ynet. Per prudenza la polizia ha elevato lo stato di allerta in tutto il Paese.I TESTIMONI – «Ero seduto all’interno del bus numero 75», racconta uno dei feriti, Yair Zimerman, di 29 anni. «Quando c’è stata l’esplosione ho chiesto all’autista di avvicinarsi il più possibile alla fermata dell’attentato». Yair, un volontario, ha iniziato a soccorrere i più gravi. «Ho visto una colonna di fumo levarsi in cielo, subito dopo lo scoppio», ha detto Shlomo Steiner, uno dei dipendenti alla stazione centrale dei pullman di Gerusalemme. «C’erano persone che correvano ovunque, tra cui questo ragazzo di una yeshiva (scuola religiosa ebraica) che aveva le gambe in fiamme».LE REAZIONI – Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, si stava preparando a partire per un viaggio diplomatico in Russia. Ma ha deciso di posticipare la partenza e ha riunito il cabinetto d’emergenza. Mentre il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, ha lanciato un appello alla cittadinanza a «elevare il livello di attenzione» di fronte a eventuali pacchi sospetti per prevenire il rischio di attentati. Da Gaza, il Comitato di resistenza popolare ha esultato e ha dichiarato che tutto questo è successo per «rispondere ai crimini d’Israele». Ma da Ramallah, il quartier generale dell’Autorità nazionale palestinese, il presidente Mahmoud Abbas ha condannato l’attentato. Così come il primo ministro Salam Fayyad. Anche se Abbas non ha mancato di criticare Israele per il blitz su Gaza, in risposta ai razzi di Hamas.Dagli Usa, il presidente Barack Obama ha espresso cordoglio per le vittime e per le vittime palestinesi di ieri a Gaza. Ma ha anche sottolineato che Israele, «così come tutti gli altri Paesi, ha diritto ad auto-difendersi». «Non vi è mai alcuna possibile giustificazione per il terrorismo», ha proseguito Obama nella dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca. «Gli Stati Uniti chiedono ai gruppi responsabili di mettere fine a questi attacchi una volta per tutte».23 marzo
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2 commenti:

evandro ha detto...

come è possibile continuare a dsquisire sulla legittimità di Israele di difendersi eppoi a me la reazione dei palestinesi sembra la solita di sempre sono convinti che davanti dicono una cosa dietro pensano ad un'altra, la scuola di Arafat non è purtroppo morta.
Evandro

Chicca Scarabello ha detto...

Lo so Evandro, hai ragione,ma si spera sempre che qualcosa si muuova al meglio.....