mercoledì 2 marzo 2011


L'Iran attacca Londra "Ai Giochi logo sionista"

Dura lettera al Cio: potremmo boicottare le Olimpiadi del 2012. Replica degli organizzatori: «Nessun significato nascosto»
GIULIA ZONCA, 01/03/2011, http://www3.lastampa.it/
Mai un logo era stato tanto contestato prima. Il simbolo di Londra 2012, un innocuo marchio a zig zag con l'unico difetto di non essere particolarmente affascinante è da più di tre anni il bersaglio di ogni polemica. L'hanno giudicato bruttino, considerato responsabile di un'ondata di attacchi epilettici, poco rispettoso nei confronti della brillante città di Londra degna di essere meglio rappresentata e ora è accusato di razzismo.L'Iran ha scritto una lettera al Cio e una al Comitato organizzatore per lamentarsi del messaggio che il logo conterrebbe: «Sfortunatamente dobbiamo constatare che le prossime Olimpiadi non vogliono tenere in considerazione i valori dei Giochi. L'uso della parola Zion è evidente e deliberato. Consideriamo quella scritta un attacco aperto e se non verrà modificata potremmo decidere di non partecipare alle Olimpiadi. E non saremo il solo Paese a farlo». Firmato Mohammad Aliabadi, capo del comitato olimpico iraniano e la protesta è accompagnata da una perizia che evidenzia le lettere e dimostra che Zion è la sola parola che tutta una parte di mondo riconosce dentro quel marchio. In realtà il logo è fatto di numeri che compongono l'anno 2012, ma basta il fatto che in effetti ci si può tranquillamente leggere altro a creare un problema.Zion (Sion) è il termine biblico per Gerusalemme, inneggia al movimento sionista e secondo l'Iran, stato islamico che non riconosce Israele, sarebbe una chiara affermazione: «Significa che Londra sostiene Israele». Il comitato reagisce nel modo più razionale: «Quel logo non è certo comparso oggi, lo abbiamo inaugurato nel 2007 ed è assurdo che un'obiezione di questa portata sia sollevata solo adesso». Il Cio, imbarazzato dalla grana, appoggia il comitato promotore, «ci hanno sempre detto che quei segni significano 2012 e non hanno nessun altro valore», l'Iran ribadisce che si tratta di scuse e che il sottotesto «neanche troppo subliminale, è lampante ed è un attestato di parzialità. Un atto rivoltante».Non è la prima volta che l'Iran usa lo sport per prendere le distanze da Israele: l'anno scorso, ai Mondiali di sollevamento pesi, l'iraniano Hossein Khodadadi si è rifiutato di stringere la mano al collega israeliano Sergio Britva e nonostante ciò qualcuno sostiene che il poveraccio sia stato allontanato dalla federazione per il solo fatto di essergli stato vicino durante la cerimonia di premiazione. A Pechino 2008, il nuotatore iraniano Mohammad Alirezaei ha evitato di nuotare le batterie dei 100 rana per non condividere le corsie con l'israeliano Tom Beeri. Niente squalifiche o sanzioni grazie al certificato medico e il Cio, che non vuole prendere posizione nella faida, ha fatto finta di crederci. Così come ha accettato le scuse del capo delegazione iraniano ai Giochi olimpici giovanili di Singapore: ritirati dalla gara di taekwondo (contro Israele) «per un improvviso attacco di mal di pancia del nostro atleta, portato via dall'albergo in ambulanza». Per non parlare del grande sacrificio di Arash Miresmaeili, due volte campione del mondo di judo, eroe iraniano e gran favorito ai Giochi del 2004, sparito dal tappeto quando ha capito che avrebbe dovuto combattere contro l'israeliano Ehud Vaks. Cancellato dai turni eliminatori e addio sogni di gloria. Gli è pesato tanto che ha subito scelto la via del martirio: «Per la causa». Poi ha negato, tentato la retromarcia, ha farfugliato di essere stato frainteso. Stavolta non siamo neanche arrivati alle gare, la contestazione parte da subito e non è velata ma diretta: «Il logo è rivoltante». Londra si limita alla risposta ufficiale, anche se è chiaro che si sentano tirati in mezzo e che non vogliano dal Cio pressioni per improvvisi cambi. Il simbolo del 2012 è costato 400 mila sterline e non ci sono soldi da buttare e in più per la prima volta i londinesi hanno trovato un motivo per difendere quella scritta fino a qui detestata. Non si lasciano dare dei razzisti e sostengono la «libera espressione». Molti dei cittadini che hanno firmato la petizione per modificare il logo «troppo brutto» sono pronti a scendere in piazza per proteggerlo.

1 commento:

Mirko Viola ha detto...

La replica dei creatori del logo (costato "solo" 400mila sterline) - Abraham Levy e Aaron Cohen - intervistati nel loro studio di Tel Aviv:
"Vergogna!!! Sono le solite squallide menzogne antisemite!!!!"
:-) :-) :-)