martedì 1 marzo 2011


Noy Alooshe
Il rap anti-Gheddafi si chiama Zenga Zenga e per la rivolta è già un cult - Video

Lui non ha fatto altro che prendere il discorso alla nazione di Gheddafi, metterci un po' di musica da discoteca, ritmare un minimo le invettive del Colonnello ("Li staneremo come ratti! Porta a porta! Casa per casa!") e inserire donne poco vestite (anche se a ben vedere la donna è una sola). Il tempo di mettere quel montaggio su YouTube (titolo: "Zenga Zenga", che vuol dire strada per strada) ed ecco che, nel giro di pochi giorni, più di un milione di persone l'ha visto, commentato, cliccato, diffuso. Tanto da spingere il più importante quotidiano israeliano, lo "Yedioth Ahronoth", a scrivere che la canzone è stata adottata come inno da parte dell'opposizione libica. A fare tutto questo è stato Noy Alooshe. Un ragazzo di 31 anni, lontane origini tunisine, giornalista, animatore e musicista di passaporto israeliano. Nel suo Paese Noy è abbastanza famoso, grazie anche alla sua band "Hoveveyzion". Nel mondo lo sta diventando in questi giorni. La sua stanza, piena di cd musicali, testimonia la sua passione per la musica. Ma anche la sua cultura in materia. «Non mi è stato difficile prendere quel discorso delirante di Gheddafi e ritmarlo in modo che risultasse orecchiabile e divertente», racconta il ragazzo.Noy, il tuo video è stato visto da più di un milione di persone. «Sì, con mia grande sorpresa. Anche perché è partito tutto come uno scherzo. Non pensavo davvero a tutto questo successo».Perché, secondo te, il video ha fatto il giro del mondo? «Sicuramente grazie a Gheddafi e alla sua follia. Ma anche perché il lavoro ha funzionato sui social network, Facebook e Twitter su tutti. Se così non fosse stato, il video avrebbe fatto al massimo iò giro d'Israele».L'opposizione libica sembra aver adottato questa clip. Che ne pensi? «Vediamo quanto dura. Non posso che essere contento. Ma è anche vero che da quando hanno scoperto che a farlo è stato un israeliano di religione ebraica diciamo che l'entusiasmo si è smorzato».Ecco, hai ricevuto un sacco di commenti e critiche a proposito della tua nazionalità. «Sì. Mi hanno scritto non solo dalla Libia, ma anche dall'Egitto, dal Bahrein, dalla Tunisia e dall'Iraq. Se i primi commenti sono stati entusiasti, quelli successivi, invece, hanno seguito le solite divisioni tra ebrei e musulmani. Qualcuno mi ha anche minacciato. Un egiziano mi ha persino scritto: "Io ti odio perché sei israeliano, ma hai fatto un remix fantastico"».Hai avuto problemi anche con la composizione della clip. Qualcuno non ha gradito le donne svestite. «È vero. Per questo ho realizzato un filmato identico, ma senza le due finestre con la ragazza seminuda».E se Gheddafi non dovesse lasciare la guida del Paese? «Diciamo che un po' di paura ce l'avrei. L'uomo ha mille risorse e potrebbe crearmi dei problemi».Ora che ne farai di "Zenga Zenga"? «Vedremo. Mi ha contattato una società israeliana che vende suonerie per i cellulari del mondo arabo. Siamo ancora alle fasi iniziali delle trattative».La tua prossima canzone quale sarà? (ride) «Lo so che state pensando al "Bunga Bunga" e a Berlusconi. Ma credetemi: fino a qualche giorno fa non sapevo nemmeno cosa fosse. Poi ho letto i giornali israeliani e ho capito i problemi del vostro primo ministro. Nelle ultime ore più di qualche italiano mi ha chiesto di trasformare il caso giudiziario in un altro remix. Ci sto pensando seriamente. Del resto Berlusconi è uno che si presta molto alla presa in giro».28 febbraio 2011 http://www.ilsole24ore.com/

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