martedì 12 aprile 2011




kibbutz Neot Smadar


Ci insegnano che bisogna sempre riprendere un ebreo che sbaglia. Ma chi ha la certezza di essere così perfetto nelle sue azioni da potersi permettere di riprendere gli altri? E chi, in ogni caso, è certo di possedere la delicatezza necessaria per farlo? E se poi il rimprovero provocasse una frattura, sarebbe stato utile aver corretto (o aver tentato di correggere) un comportamento individuale ai danni di un rapporto interpersonale? Gli insegnamenti non dovrebbero talora confrontarsi con le variabili del reale? E come viene considerato nell’ebraismo un insegnamento sbagliato o semplicemente dannoso?Dario Calimani, anglista http://www.moked.it/

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