mercoledì 6 aprile 2011


Medico senza frontiere - Eitan Kerem e il Gaza project La ricerca scientifica non ha confini geografici. La lotta contro le malattie genetiche e la cura del paziente sono totalmente indipendenti dai conflitti politici. Un medico è un medico ovunque e in ogni occasione, e un paziente è un paziente e basta, non importa di che sesso, religione, nazionalità egli sia. Idee scontate quasi banali in un mondo civile. Fini nobili, valori alti che tutti dovrebbero condividere e mai mettere in discussione, ma tra il condividere delle idee e il realizzarle c'è di mezzo Hamas. Questa è la storia di un medico israeliano, direttore della divisione di pediatria e responsabile del centro di Fibrosi cistica dell'ospedale Hadassa di Gerusalemme, che ha superato ostacoli politici e territoriali pur di continuare a curare i suoi pazienti palestinesi. Persone di questo genere nel mondo sono rare purtroppo, e quando vengono alla luce è inevitabile pensare che anche la pace fra israeliani e palestinesi un giorno possa diventare realtà. Posto un obiettivo più alto che è la lotta per la sopravvivenza contro un nemico che sa essere tanto buono quanto cattivo come la natura verso l'essere umano forse i conflitti fra gli umani riusciranno a passare in secondo piano. Si discute anche di questo in occasione della presentazione dell'iniziativa Gaza project del dottor Eitan Kerem, che si sta svolgendo in queste ore a Milano. L'incontro, che ha suscito l'immediata adesione entusiastica di Alberto Mantovani, uno dei massimi ricercatori in Italia e pro-rettore dell'Università Statale di Milano per la ricerca, oltre che direttore scientifico dell'Humanitas, è sponsorizzato dall'Associazione Medica Ebraica (AME). La giornata di Kerem nel capoluogo lombardo è iniziata questa mattina con una lettura magistrale all'Università Statale di Milano, proseguirà con una conferenza stampa, e si concluderà stasera nella residenza per anziani della Comunità ebraica di Milano in via Arzaga a partire dalle ore 19,45, cui tutti sono invitati a partecipare. A tutti gli incontri presenzierà, fra gli altri, il dottor Baroukh Assael, direttore dell'Unità operativa del centro di Fibrosi cistica, nonché professore di pediatria dell'ospedale civile maggiore dell'azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, con cui abbiamo parlato dell'iniziativa. Professor Assael come nasce e in cosa consiste il Gaza project? Innanzitutto Eitan Kerem è responsabile del centro di Fibrosi cistica dell'ospedale Hadassa di Gerusalemme, a differenza di suo moglie che ha fatto parte del gruppo che ha scoperto il gene responsabile della malattia, lui si è specializzato nell'assistenza clinica per questa che fra le malattie genetiche rare è la più frequente. Il Gaza project di Eitan Kerem, nasce da un'esigenza, alla chiusura delle frontiere, causate dal conflitto israelo-palestinese, la possibilità per i pazienti palestinesi di recarsi nell'ospedale di Gerusalemme per usufruire dell'assistenza clinica necessaria a rallentare il decorso della malattia si è fatta molto più difficile. Preso atto di questo Eitan ha deciso di istruire medici, infermieri e operatori del settore di Gaza e Cisgiordania al fine di metterli in condizione di seguire autonomamente i pazienti palestinesi. Chi ha finanziato il progetto di Eitan? Il progetto è stato possibile grazie a finanziamenti di varie ong, grazie alla fondazione Perez per la pace e a contributi privati. Perché l'iniziativa viene pubblicizzata solo ora che medici, fisioterapisti e infermieri, a distanza di due anni, sono già stati formati? Eitan ha dovuto lavorare in sordina per paura di un eventuale ostruzionismo di Hamas, che pur sapeva e consentiva l'uscita degli operatori per recarsi presso l'ospedale di Gerusalemme, ma non voleva pubblicizzare la collaborazione fra i due paesi. Ci sarà un seguito all'iniziativa? Sì, questo è solo l'inizio. La volontà di Eitan e il motivo per cui l'abbiamo ospitato anche a Milano è per raccogliere fondi per proseguire nel progetto di formazione di centri di assistenza clinica per i malati palestinesi affetti da Fibrosi cistica. E perché ora si può pubblicizzare l'iniziativa, cosa è cambiato? Perché ora il primo team dopo due anni è stato formato e la riuscita dell'iniziativa è stata dimostrata. Esistono altri progetti di questo tipo? Non so. Probabilmente sì in altri campi. Ma direi che nel campo della Fibrosi cistica è unico. Valerio Mieli http://www.moked.it/

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