domenica 10 aprile 2011
Relitti della Storia al Museo del Mare La guerra dello Scirè e della Decima Mas Prosegue al Galata la serie di incontri dedicati alla riscoperta della storia che giace in fondo al mare. Racconti di guerra per ricordare il sommergibile Scirè, ammiraglia della Decima Flottiglia MAS nel secondo conflitto mondiale Raggiunte le acque circostanti il porto di Haifa, i suoi “siluri umani” avrebbero devastato le navi della Royal Marine. C’erano riusciti già a Gibilterra e ad Alessandria d’Egitto, ma quel 10 agosto del 1942 le cose andarono per il peggio. E il peggio, per una nave, è sempre il fondo del mare. È la storia dello Scirè, il sommergibile della Regia Marina Militare italiana, presentata all’auditorium del Museo del Mare, per il ciclo “Relitti della storia”, dall’associazione IANTD Expedition. Presenti Fabio Ruberti, presidente della IANTD, e il comandante della Marina Militare Allegrini, esperto in materia di sommergibili. “Non abbiamo finalità di lucro, i relitti che studiamo non contengono alcun tesoro se non la storia della nostra civiltà. La nostra associazione dedica le sue spedizioni alla ricerca storico-archeologica sul fondo del mare” ha dichiarato subito Fabio Ruberti. La IANTD è una associazione di volontari che ha il merito di aver studiato e svelato i segreti di diversi relitti. Pubblica i suoi risultati sulla rivista SUB, e offre la possibilità di svolgere corsi di formazione per diventare “cacciatori di relitti”, preferibilmente a chi ha già un po’ di familiarità con bombole, pinne ed erogatori. Sul sito www.iantdexpeditions.com, si possono trovare tutte le informazioni necessarie per avvicinarsi a questo meraviglioso mondo. Dopo una breve presentazione, Ruberti ha raccontato, con minuzia di particolari, la storia dello Scirè. Varato alla fine degli anni Trenta e appartenente alla classe 600, lo Scirè prese il nome di una valle Etiope, teatro, durante la campagna coloniale del 1935, di una sanguinosa battaglia. In forza alla flotta di La Spezia, tra il 1940 e il 1942 il suo comando viene assegnato a Junio Valerio Borghese, il comandante della Decima Flottiglia MAS, oscura figura della storia italiana protagonista del tentato golpe del 1970. Dal marzo del 1940 lo Scirè diventa così uno dei mezzi preferiti dalla Decima per le sue missioni di morte: durante le prime fasi della guerra è la spina nel fianco della flotta britannica di base a Gibilterra, mentre il 18 dicembre del 1941 riesce a violare il porto di Alessandria e ad affondare due grosse navi da battaglia. La sua arma segreta, ha spiegato il comandante Allegrini, erano i suoi uomini: “lasciati a miglia di distanza, raggiungevano a nuoto gli obiettivi, trascinando con se i “bauletti”, micidiali cariche di esplosivo ad alto potenziale” Il 27 luglio 1942 lo Scirè lascia La Spezia e, dopo aver attraversato lo Stretto di Messina, si dirige a Est, diretto verso le coste dell’odierno stato di Israele. Ma già pochi giorni dopo la Special intelligence britannica, intercettate alcune comunicazioni italiane, telegrafava al Comando inglese: “possibile attacco di torpedini umane nel mediterraneo orientale”. La missione dello Scirè è stata scoperta, gli uomini della Decima perdono così il vantaggio fondamentale: la sorpresa. Dopo averlo intercettato a largo di Beirut, gli inglesi decidono di agire in fretta, il rischio di subire un altro duro colpo è troppo alto; lo Scirè va fermato a tutti i costi. Alle 15,40 del 10 agosto avviene l’irrimediabile: il sommergibile viene centrato da alcune bombe di profondità sganciate da un cacciatorpediniere e, costretto a riemergere, distrutto a cannonate. L’attenzione per lo Scirè si riaccende nel 1950, quando il suo relitto viene individuato cinque miglia a largo di Haifa, adagiato a 35 metri di profondità. All’inizio degli anni Sessanta si tenta un parziale recupero dello scafo, ma è nel 1982 che conquista l’onore delle cronache: un giovane archeologo marino, Ehud Galili, denuncia alla stampa israeliana lo stato d’abbandono in cui si trovava il relitto, lasciato al saccheggio dei sub amatoriali, così dopo pochi giorni la vicenda arriva davanti al Parlamento italiano. Nel 1984 parte la missione della nave Anteo, attrezzata per lavorare sui relitti, con l’obiettivo di mettere in sicurezza i resti dello Scirè. Vengono così chiuse tutte le aperture presenti sullo scafo e affissa una targa commemorativa. La spedizione del 2008 della IANTD ha avuto come scopo soprattutto quello di verificare le condizioni del relitto, in acqua ormai da quasi settant’anni, e di raccogliere foto e materiale video per la realizzazione di un cortometraggio che è stato proiettato durante la conferenza. L’ultimo giorno si è infine svolta una suggestiva cerimonia subacquea per dare un ultimo saluto all’equipaggio dello Scirè. Due corone di fiori colorati, che contrastano con le fredde lamiere del relitto, costituiscono così l’immagine che chiude questa storia, una storia di guerra conclusasi sul fondo del mare di Haifa. Genova, 9 aprile 2011 http://www.viveregenova.comune.genova.it/
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