giovedì 19 maggio 2011



Ecco mia figlia Like Una bimba con il nome dell'opzione di Facebook.
http://www.lettera43.it/17 maggio di Giuliano Di Caro
No, non bastavano le circa 20 bambine egiziane chiamate Facebook, in onore del ruolo cruciale giocato dal social network nelle rivolte di piazza Tahrir e l’abbattimento del trentennale regime di Hosni Mubarak. LA NEONATA LIKE ADLER. Lior e Vardit Adler, coppia israeliana che vive a Hod Hasharon, città a nord est di Tel Aviv, hanno deciso di chiamare la terzogenita di casa Like. Sì, proprio come il bottone di apprezzamento su Facebook per i contenuti postati dagli utenti. “Mi piace”, per ora è ignara degli articoli sui giornali che parlano di lei. Dopotutto ha appena una settimana di vita. «Il suono ha giocato la sua parte quanto il significato in sé. Per noi è importante che i nostri figli abbiano nomi che non vengano usati da nessuno, almeno non in Israele», ha spiegato il padre. Semplice. Oppure no? ICONE CONTEMPORANEE. La minuta vicenda rientra, va da sé, nella categoria delle stranezze, delle bizzarrie. Però a sentire parlare il padre di Like viene il dubbio che c’entri in qualche modo anche lo spirito dei tempi, seppure in una versione singolare e sbilenca. Basta pensare all’arrampicata retorica in cui si è lanciato il padre della bimba. «Da secoli le persone assegnano nomi biblici ai propri figli perché la Bibbia è un’icona. Ebbene, oggi il social network è una delle icone più famose del contemporaneo». L’azzardata argomentazione si è spinta fino a descrivere il nome Like come la versione attualizzata del nome biblico Ahuva, che in ebraico significa “amato”. VENTI PICCOLE FACEBOOK EGIZIANE. Nomen omen, a proposito di spirito dei tempi. Perché dai 18 giorni che hanno spodestato il dittatore, le primogenite egiziane chiamate Facebook, secondo il popolare quotidiano Al-Ahram, sono almeno una ventina in tutto il Paese. Un’epidemia lessicale che racconta in controluce la crescita esponenziale dell’utilizzo di Facebook in Egitto, già prima della sollevazione popolare il primo Paese del Medioriente a utilizzare il social network di Zuckerberg con i suoi 5 milioni di utenti registrati. Nelle due settimane successive all’uprising, gli egiziani hanno creato 32 mila nuove pagine e 14 mila gruppi. E la tendenza è continuata anche nei mesi successivi. Il governo temporaneo militare ha addirittura creato una fan page per raggiungere i giovani del Paese.

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