mercoledì 25 maggio 2011




L'omaggio a Herzl, politico della speranza
ll sognatore che fu artefice del miracolo ebraico, l’uomo la cui fondamentale intuizione avrebbe portato di lì a breve alla nascita dello Stato di Israele. Roma torna a celebrare la vicenda straordinaria di Theodor Herzl, padre del moderno sionismo, attraverso la presentazione di un libro, Theodor Herzl - Il Mazzini di Israele, che già nel titolo accosta un suggestivo parallelismo tra due grandi “politici dell’irrealtà” protagonisti delle rispettive epopee nazionali. In una biblioteca Giovanni Spadolini gremitissima dibattito a più voci: oltre all’autore, il senatore Luigi Compagna, erano chiamati a portare un contributo il senatore Marcello Pera, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, Annamaria Cossiga, Aldo Rizzo e Giuliana Limiti. Presenti tra il pubblico il presidente UCEI Renzo Gattegna e vari esponenti della classe politica nazionale tra cui i senatori Maurizio Gasparri e Fiamma Nirenstein. Edito da Rubbettino, il volume ha la prefazione autorevole dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga e apre varie finestre su radici e sviluppi del movimento sionista oltre che sull’avvincente biografia di Herzl. Numerosi gli spunti di riflessione emersi ieri nel corso del dibattito. Tra i vari interventi molto atteso quello del rav Di Segni, che è stato dedicato alla decodificazione della visione utopistica di Herzl e al suo differente approccio nei confronti della sfera religiosa rispetto a Mazzini. Nell’approfondire la geniale personalità del giornalista ungherese, rav Di Segni ha parlato di irrealtà come di “condizione esistenziale dell’ebraismo” e citando il pensiero di un noto politico israeliano secondo cui chi in Israele non crede ai miracoli non è realista, ha sintetizzato questo singolare approccio ebraico con una battuta: “Noi ebrei siamo diversamente reali”. Applausi anche per Annamaria Cossiga, figlia del presidente Francesco Cossiga, che ha ricordato un significativo episodio familiare legato alla Guerra dei Sei Giorni e alla vicinanza di suo padre verso Israele. “Era il 1967, avevo appena 5 anni ma ricordo benissimo come mio padre auspicasse la vittoria degli israeliani. Il mio affetto per Israele e per il sionismo è nato allora”.http://www.moked.it/

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