mercoledì 18 maggio 2011



Yom Azmaut
La successione delle celebrazioni che arrivano al festeggiamento del giorno dell’ indipendenza ci riporta al ricordo di quanti finirono nel vortice della Shoà e, poi, di quanti sono caduti nella difesa di Eretz Israel. Il momento in cui venne proclamato lo Stato di Israele nel richiamo della plurimillenaria presenza ed aspirazione del popolo ebraico, è anticipato dalla memoria del sacrificio più recente. Non solo memoria, nello specifico esercizio ebraico, ma attenzione alla storia di un popolo che è sopravvissuto nel possesso di una Legge, nell'uso di una lingua e nella comune aspirazione territoriale e nazionale. Se, infatti, il cuore ebraico, pur risiedendo in diverse parti del mondo, anelava alla terra di Israele non era assente l'aspirazione ad essere entità politica capace di avere il proprio ruolo tra le nazioni. Israele nel suo processo di autodeterminazione ha rappresentato un esempio per altri popoli sottomessi al dominio coloniale, ancora una volta la nostra storia ha rappresentato un'efficace testimonianza nello sviluppo del’umanità. I sessantatre anni di Israele sono stati segnati da una sottrazione di risorse destinate alla difesa, una minore disponibilità che non ha impedito alla società di raggiungere livelli di modernità e di sviluppo tecnologico e culturale che ne fanno un faro nel mondo. Dal discorso della proclamazione ad oggi una sola aspirazione ha caratterizzato la politica estera di Israele, riconoscimento e confini garantiti quale condizione di pace di sviluppo ed emancipazione dell'intero Medio Oriente. In Israele la festa di Yom Ha Azmaut è sempre indimenticabile, una giornata di ferie, durante la quale ci si gode il riposo e ci si diverte nei parchi e al mare. Per noi che viviamo in diaspora, fuori da Israele, ma con il cuore sempre con il nostro popolo, è difficile rendere l'atmosfera di questo giorno; perciò abbiamo cercato di organizzare in comunità una bella festa, proprio per trasmettere la nostra gioia e felicità. Ancora una volta abbiamo celebratola ricorrenza al nostro interno ma speriamo di poter presto festeggiare anche al di fuori della Comunità insieme ai tanti amici di Israele e degli ebrei. Il programma di quest'anno ha visto la celebrazione di Izcor, preghiera per la memoria dei soldati, poi, in una delle sale della Comunità, abbiamo alzato la bandiera di Israele, e, mentre mangiavamo gli ottimi falafel cucinati per noi dagli studenti israeliani presenti a Napoli (Eran e Issi) con l'aiuto di Roberto Modiano, e la buona torta di Bojena Colavita, abbiamo seguito sullo schermo della Comunità il messaggio del Primo Ministro, tradottoci dall’ebraico dal Rav Bahbout. La festa si è conclusa con canti, balli e le canzoni suonate da Rosa Weisbrot e Rino Della Volpe. Un grazie a tutti quelli che hanno aiutato nella realizzazione della serata e a tutti quelli che vi hanno partecipato. Speriamo di essere ancora di più l’anno prossimo, magari tutti a Yerushalaim!di Fabrizio Gallichi e Moshe Cico Srur, Sullam n.72

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